Angelino Alfano
Il Pdl incassa "una sconfitta, non una catastrofe". Il risultato delle amministrative lascia poco spazio all'ottimismo e forse proprio per questo il segretario Angelino Alfano tenta di mostrarsi sereno e senza ansie. In via dell'Umiltà, nonostante la tenue soddisfazione espressa dal fondatore Silvio Berlusconi ("E' andata meglio del previsto", ha detto il Cav dalla Russia) c'è la conspevolezza che a perderci, restando sostenitori di Monti, saranno soprattutto loro. Mentre sulla riforma del lavoro il Pd ha strappato qualcosa (vedi articolo 18), sulle misure fiscali (Imu in primis) è il centrodestra ad aver piegato la testa alla ragion di stato. Lo conferma lo stesso Alfano, quando sottolinea: "Paghiamo il prezzo della responsabilità". Responsabili sì, pensano in molti nel partito, ma masochisti no. Gli elettori hanno punito, confermando i voti alla Lega d'opposizione e premiando i grillini. La linea che va per la maggiore tra i pidiellini è quella di una sfiducia prossima ventura al governo tecnico, per tornare alle urne il prima possibile. Una tattica alla "o la va o la spacca". Segretario a rischio - A rischiare, e parecchio, ora sarebbe lo stesso segretario azzurro. Per lui è già iniziato un ballottaggio non ufficiale ma più pericoloso. Eppure Alfano fa, anche in questo caso, spallucce: Non togliamo l'appoggio a Monti. Le dimissioni? Nessuno me le ha chieste". Vero, ufficialmente, Ma gli spifferi sono notevoli. Si accompagnano a quelli di Monti. E mentre il vicecapogruppo alla Camera Osvaldo Napoli assicurava fiducia incondizionata al professore, è il capogruppo del partito al Senato, Maurizio Gasparri, a smentirlo. Ospite a Un giorno da pecora su Radiodue, parla apertamente di elezioni anticipate. "Se il governo non riesce a risolvere niente, meglio un governo espresso dagli elettori". Gasparri chiede al governo di proseguire sul "percorso di riforme, tra cui la riduzione del numero dei parlamentari, che dovrebbe avvenire entro maggio. Sono impegni che abbiamo preso con la pubblica opinione e che vorremmo portare a termine". Ma non a caso l'avvertimento del senatore arriva in concomitanza con il ko elettorale. Autocritica azzurra - L'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa preferiva invece fare autocritica: "Abbiamo sbagliato i candidati. Non ho difficoltà ad ammetterlo. C'è la mania di cercarli con la faccia carina senza sapere da quale amministrativa vengano mentre la gente vuole persone affidabili - ha dichiarato -, e per i palermitani è più affidabile Orlando", ha chiosato riferendosi alla contesa siciliana. In precedenza, lo stesso La Russa, si era espresso sull'operato del governo: "Lungi da noi far cadere il governo Monti". L'ex ministro spiega che il Pdl o lo sosterrà fino al termine della legislatura. Ma, aggiunge, deve "davvero lavorare per favorire lo sviluppo". Ai microfoni del Tg3, il coordinatore del Pdl ha comunque avvertito il premier: "Monti deve riuscire ad essere un'alternativa seria alla politica del rigore tedesco. Il premier, insomma dovrebbe, non a parole ma con progetti concreti, promuovere lo sviluppo. Ci auguriamo - ha concluso - che Monti sappia davvero lavorare per lo sviluppo e non gli faremo certo mancare il sostegno, ma non avremo peli sulla lingua tutte le volte che riteniamo che sbagli".