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Ecco tutti i segreti di Lady Grillo:shopping, maquillage e il Kenya

di Andrea Tempestini domenica 11 novembre 2012

Parvin Tadjk

4' di lettura

  di Francesco Specchia Sono flashback -come dire?- perturbanti. C’è Parvin in rayban, bikini e forme da pin up, posa rubata in spiaggia -potrebbe essere Portofino, o Porto Cervo, o Watamu-. C’è Parvin, in primo piano suggestivo, ricorda Lana Turner da giovane. C’è Parvin nel ’96, finalmente in abito da sposa a 37 anni, che, nel guscio dorato del suo villone di Sant’Ilario sopra Nervi, osserva i testimoni Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi, mentre attestano che il suo estenuato matrimonio non è una candid camera (tra l’altro per riuscire ad infilarsi l’anello al dito fu costretta a scappare di casa: un classico...). Solo tre fotografie. Come di J.D. Salinger o di Livia Andreotti moglie di Giulio emblemi d’un’anonimato tenace e letterario, si ricordano soltanto tre immagini di Parvin Tadjk, seconda consorte di Beppe Grillo. Tre, ma fondamentali. Le notizie che costellano i siti di gossip politico si scatenano su Parvin Tadjk, alloggiata in un resort vicino a quello di Flavio Briatore dove era ospite Silvio Berlusconi, ma ugualmente lussuoso; e sulla stessa Parvin Tadjk la quale pizzicata dal Giornale durante lo shopping in una chicchissima boutique genovese, con un’amica si lascia scappare:  «E poi dovrò rifarmi la piega, sai com’è, se faccio la moglie del premier...». In quest’ultimo caso l’amica cazzeggia: «Eh, beh, poi potreste pure trasferire Palazzo Chigi a Malindi, dove avete la casa per le vacanze», con la signora Grillo che replica sorridendo: «Perché no?». Già, perchè no? In fondo nell’ipotesi fantascientifica che il M5S possa diventare il primo partito d’Italia e Grillo il primo ministro, la moglie di Beppe che -amabile leggenda vuole- si dissocia preventivamente da ogni cosa il marito dica prima dei comizi, diverrà materia di studio. Ed è giusto che sia così. Perchè la vera anima del grillismo, la sua ombra, la sua mediaticamente rarefatta spinta propulsiva, è questa donna.  Della (molto) potenziale First Lady si sa pochissimo. É cresciuta a Milano: il papà è Nasratollah Tadjk, ex importatore di tappeti nato a Teheran, in Iran, la mamma, Luisa D’Ettore, veniva dalla provincia di Ravenna. Ha una sorella, Nadereh, che vive in Africa. La descrivono ricercata negli abiti, stilosa frequentatrice di stilisti come il genovese Andrea Odicini, in perenne guerra col marito che lo vorrebbe a far spesa biologica negli hard discount. Vanity Fair ne scrisse entusiasta: « Chi la frequenta sostiene che Parvin non si fa vedere da nessuno, compreso Beppe, prima di essersi accuratamente truccata. Piuttosto sta chiusa in bagno a chiave, se non è ancora al meglio. Invece Grillo le dice che non ha bisogno di parrucchiere, che sta bene senza trucco, con i fili bianchi tra i capelli: lo ha ammesso lei in un’intervista all’amica Carla Signoris». Nella stessa intervista su La7 confessava a Maurizio Crozza che la sua ossessione erano gli «snervanti controlli del marito sugli scontrini della spesa», appunto. E poi: «Ha un gruppo affiatatissimo di amiche, con loro fa shopping, la spesa, cena, chatta anche su Facebook, usando un linguaggio sciolto, fresco. Ultimamente, secondo Panorama, ha scherzato sugli abiti da first lady (e dalli! ndr). Chi la conosce dice che è riservatissima, spiritosa, affettuosa, ma anche donna di polso. Tra le più legate a lei, Paola Paoli (moglie di Gino), la Signoris».  Parvin è senz’altro una moglie interessante. Soprattutto nella misura in cui può influenzare il marito.  Tutti ricordano le frasi di Grillo che scombussolarono i giornali israeliani e le femministe di tutto il mondo: «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo»; anche se, lì per lì, il comico sorvolò su dettagli come la lapidazione delle adultere e i pestaggi  delle milizie Basij, l’obbligo di girare col capo coperto, il blocco dell’emancipazione. Ma pochi sanno che -come fu Veronica Lario per Berlusconi- che di ogni strategia, dal V-Day alla discesa in campo, Parvin fu silenziosa consigliera. Ed è curioso come l’influenza di una donna sia essenziale per il leader quasi monocratico d’un movimento che ha massacrato la sua consigliera, Federica Salsi, rea d’aver sfilato a Ballarò  (ma la stessa Salsi in un’intervista a Servizio Pubblico ha ribattutto colpo su colpo). Per non parlare di Serenetta Monti, Sonia Alfano e Sandra Poppi, donne militanti  fatte saltare con un post. O del programma del M5S che se si spertica su inceneritori e fedine penali dei politici, non ha posizioni su aborto, fecondazione, quote rosa, occupazione femminile, servizi all’infanzia e matrimoni gay. Ci penserà Lady Grillo in caso di vittoria? E sarà un bene o un male?...  

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