"Scattate le fotografie di rito e consumati i baci della pace tra Bossi e Maroni, sotto il Sole delle Alpi si sta preparando una primavera incandescente che finirà col congresso federale. Bossi non si fida di Maroni e non vuole consegnargli la Lega. In altre parole, il vecchio leone di Gemonio non vuole subire l’avvicendamento di leadership", spiega Gianluigi Paragone su Libero in edicola oggi. E a rendere lo scontro tra Bossi e il Senatùr ancora più caldo e avvincente scende in campo anche lo statuto del Carroccio, che di fatto boccia Maroni. Il punto è che l'ex ministro dell'Interno non può fare il segretario del Carroccio, il ruolo a cui ambisce dopo il passo indietro di Bossi. Il regolamento, infatti, proibisce che le prime due cariche del partito siano in mano a due esponenti lombardi. E se il Senatùr è il presidente... Leggi l'approfondimento di Gianluigi Paragone su Libero in edicola oggi, giovedì 12 aprile