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Bossi depone le armicomanda Bobo:"Non facciamo casini"

Al congresso della Lega il Senatùr si comporterà "come re Salomone"
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 22 luglio 2012

2' di lettura

Umberto Bossi ha ricevuto un caloroso benvenuto, al suo arrivo alla festa della Lega Nord di Brugherio, in provincia di Monza e Brianza. Diversi militanti avevano attaccato alla maglietta un adesivo con il simbolo della Lega (la sagoma di Alberto da Giussano) e la scritta 'Bossi' (e non 'Padania', come previsto dal nuovo statuto). Un gruppo di militanti e dirigenti, tra cui i parlamentari Marco Desiderati e Angelo Alessandri e l’ex presidente del consiglio lombardo, Davide Boni, lo ha accolto al suo arrivo con bandiere con scritto 'Bossì e cori: 'Capo, capo, Bossi, Bossi'.  "Chiedo a tutti di ricordare che il segretario è Maroni, poi io farò il 'capo', ma per la mia storia personale", ha risposto il Senatur. Umberto Bossi sembra avere superato le tensioni dei giorni scorsi con Roberto Maroni e torna a chiedere "unità" all’interno del movimento da lui fondato. "Bisogna essere capaci di tenere unità, pace e amicizia dentro la Lega, che è l’ultima forza politica in grado di salvare, l’ultima speranza del paese", ha affermato il presidente federale del Carroccio, durante un comizio a una festa di partito, a Brugherio in provincia di Monza e Brianza. "Non possiamo litigare, al massimo litighiamo per cose politiche, cose serie, non per il potere", ha proseguito, con riferimento alla diatriba, da lui stesso alimentata, nei giorni scorsi, su chi comanda in Lega. "Lavorerò sempre per la Lega - ha però garantito Bossi - per l’ideale che ci ha contraddistinto". "Io sono qui, io ci credo e tengo duro", ha aggiunto rivolto ai militanti che invocavano il suo nome. "Ma io non litigo", ha chiarito.  "Il segretario eletto è Maroni", ha ricordato Bossi, "e dobbiamo sperare che tutto funzioni bene in quella direzione". Dobbiamo, ha proseguito, "far vedere alla gente che non litighiamo fra noi e dare l’idea che siamo una forza politica che non litiga al suo interno, dove la gente non è attaccata alle sedie".   "Bisogna stare attenti", aveva premesso, "non voglio fare casini: io al congresso della Lega ho detto che mi comporterò come re Salomone". "Io penso che bisogna un attimo avere pazienza, sapendo che quelli non reggono", aveva detto criticando il "centralismo romano". Non è mancata, durante il comizio, la solita rivendicazione padana. "Ormai la bandiera non è più il tricolore, ma quello che decidono i presidenti delle Regioni", ha detto Bossi con riferimento ai vessilli delle regioni, tra cui la Lombardia, il Piemonte e il Veneto, che hanno stretto l’accordo per la creazione di una macro regione alpina europea. "Dobbiamo ribaltare Roma: accadrà quello che non è successo in duemila anni di oppressione", ha aggiunto il Senatur evocando l'indipendenza della Padania, durante un comizio alla festa della Lega nord di Brugherio, in provincia, di Monza e Brianza. "La bandiera non è più il tricolore, simbolo italian-roman-centralista", ha insistito. 

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