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Il Carroccio targato Maronimanda in soffittabatelada e rito dell'ampolla

La parola d'ordine della Lega 2.0 è meno folklore e più pragmatismo. Un modo per chiudere l'era-Bossi
di Matteo Legnani domenica 8 luglio 2012

2' di lettura

Meno folklore e più pragmatismo. Soprattutto con un Nord travolto dall’avanzare della crisi e con le imprese in affanno. La nuova Lega 2.0 capitanata da Roberto Maroni   potrebbe mandare in soffitta, oltre ai già defunti cerchi magici, anche riti celtici, allegorie, elmi con le corna e folklore. E c'è già chi, in via   Bellerio, scommette che a sopravvivere, alla fine, sarà solo il gran raduno di Pontida, per ora "congelato" e rinviato all’autunno   prossimo. In bilico, tra i tanti appuntamenti del rosario propagandistico leghista, è anche il rito dell’ampolla celebrato durante la "festa dei popoli padani": l’acqua del "sacro" fiume Po, nume tutelare della Padania, raccolta alla fonte sul Monviso in un’ampolla di vetro per essere trasportata fino a Venezia, dove il più grande corso d’acqua   del Paese si disperde in mare. Di certo, secondo i più, andrà in pensione la "batelada" cara  all’ex pasionaria Rosi Mauro, così come il tradizionale buen retiro   di Ponte di Legno. Riti da sempre cari a Bossi, che ne aveva fatto una  bandiera del movimento. Nessuno come il leader padano, del resto, ha saputo plasmare la propaganda per scaldare il cuore verde degli   elettori leghisti, oltrepassando i confini del Nord per divulgare il credo del Carroccio nel resto del Paese, facendo nascere movimenti   leghisti persino nel profondo Sud. "Mettere in soffitta l’ampolla? Può anche darsi che ciò accada  - dice - ma non c'è nessun piano studiato a tavolino. Quel che è   certo e che ora bisogna metter da parte il folklore e puntare tutto   sulle proposte politiche da portare avanti. La componente identitaria   non va certo messa da parte - puntualizza - ma potrebbe essere   confinata in parte per dar più spazio al pragmatismo". Quel che non si toccherà  è Alberto da Giussano: ormai, a quel condottiero con elmo, scudo e  spada sguainata e minacciosamente puntata verso il nemico, il popolo padano non saprebbe più rinunciare. I leghisti lo hanno adottato come simbolo fin dal 1991, e per i 20 anni del raduno di Pontida si sono   regalati una statua dell’eroico Alberto alta dieci metri.    

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