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È già in carcere per altri reati il presunto serial killer romano

Si tratta di un infermiere, in cella per l'omicidio di una collega
di Monica Rizzello domenica 23 maggio 2010

4' di lettura

È già in carcere per altri reati il presunto serial killer romano. L'uomo accusato di una decina di omicidi compiuti in circa 10 mesi è Angelo Stazzi, un infermiere in pensione, attualmente in carcere perché colpevole della morte di una collega. Sulle morti, archiviate in un primo momento come naturali, sta invece ancora indagando la squadra “Cold case” della Questura di Roma. Si tratterebbe di un operatore sanitario, una sorta di «angelo della morte» che potrebbe agito sia per motivi economici sia per porre fine alle sofferenze degli anziani. Il primo delitto – Anche il primo omicidio è un caso freddo. Si tratta della morte di Maria Teresa Dell'Unto, infermiera 58enne del policlinico Gemelli scomparsa nel 2001. Da allora non si ebbero più sue notizie. Oggi, dopo otto anni, della sua morte è accusato un collega 65enne della donna, Angelo Stazzi. Nei confronti dell'uomo, in carcere dal 29 ottobre scorso, il procuratore aggiunto Pietro Saviotti ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per omicidio ed occultamento di cadavere. Il delitto sarebbe maturato al termine di una lite tra i due per questioni economiche. La donna aveva prestato spesso soldi al collega, un amico di vecchia data con il quale forse era legata anche da un rapporto sentimentale. L'uomo, negli anni, l'aveva completamente soggiogata, in un rapporto fatto di richieste continue di denaro e prestiti. Quando l’infermiera dedice di dire basta, la situazione precipitata e Stazzi, forse al culmine di una furibonda lite, la uccide. L'uomo era già stato individuato nella prima fase delle indagini, all'indomani del delitto, ma gli elementi a suo carico furono ritenuti dal gip «equivoci» e perciò non sufficienti per procedere con l'arresto. Dopo l'archiviazione del caso nel 2005, gli agenti dell'Unità delitti insoluti riaprirono le indagini nel 2008, trovando ulteriori indizi di colpevolezza. Stazzi aveva messo in scena un allontanamento volontario della donna con un telegramma, partito da Torino, in cui la vittima spiegava ai familiari di stare bene e di voler essere lasciata in pace. Altro indizio che incastrerebbe l’infermiere è l’orologio – riconosciuto poi dai familiari della vittima come proprietà dell’infermiera scomparsa - che l'arrestato ha regalato a una compagna. Infine, nelle settimane successive il delitto, Stazzi ha usato il bancomat della donna, e staccato assegni dal suo libretto. Dallo studio dei criminologi, emergerebbe la personalità di un uomo tendente a manipolare le donne che frequenta allo scopo di ottenere denaro. Ad esempio, la vittima era stata anche garante per un prestito di circa 18 milioni di vecchie lire, soldi che sarebbero stati utilizzi dall'uomo per lavori di ristrutturazione della cucina. Il 25 novembre scorso furono trovati i resti della donna nel giardino della vecchia casa di Stazzi a Montelibretti. La difesa degli avvocati - «Stazzi è detenuto in carcere in attesa di affrontare il processo per l'omicidio della signora Maria Teresa Dell'Unto. Il nostro assistito, in tutte le sedi, ha spiegato che il fatto, di cui si è reso responsabile, è maturato per un gesto d'impeto al termine di una discussione tra Stazzi e la Dell'Unto c'era una relazione sentimentale clandestina, erano amanti. È comunque stato lo stesso infermiere a riposo a consentire il ritrovamento del cadavere della donna dopo che per circa 8 anni il corpo era stato ricercato invano e liberandosi così del pesantissimo fardello che non era più in grado di sopportare», spiegano gli avvocati Cristiano Pazienti e Cristiano Conte, legali di Angelo Stazzi, l'uomo accusato di aver ucciso nel marzo 2001 Maria Teresa Dell'Unto e nei cui confronti la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. «La vicenda Dell'Unto è cosa completamente differente rispetto a quanto viene ipotizzato in queste ore. Stazzi è assolutamente estraneo ad un profilo di serial killer. Rispetto a questo fatto dell'inchiesta della Procura di Tivoli lo sappiamo solo attraverso gli organi di stampa. Nei mesi scorsi una abitazione che era nella disponibilità del nostro assistito è stata perquisita. Ma dopo di allora non c'è stato comunicato nulla». L'uomo, secondo quanto riferiscono i legali, «per molto tempo è stato al centro di indagini di polizia giudiziaria rispetto al caso Dell'Unto. Seguito e intercettato, ma delle presunte morti misteriose che gli verrebbero attribuite ora, non c'è traccia. Attendiamo a questo punto di vedere cosa partorirà questa montagna di ipotesi e congetture». L’accusa di essere un serial killer - «Angelo Stazzi non è un omicida e né tantomeno è un omicida seriale. Con il massimo rispetto degli organi che stanno conducendo le indagini riteniamo di dovere tuttavia manifestare il nostro fermo e deciso dissenso per la diffusione delle notizie che allo stato non solo appaiono prive di riscontri ma non sono state poste nemmeno al vaglio dell'autorità giudiziaria alla quale, stando agli articoli apparsi, non sarebbe stata trasmessa alcuna informativa di reato. La notizia in sé ha poi dell'inverosimile poiché la sezione Cold Case starebbe investigando non già su casi irrisolti ma su casi mai esistiti, dal momento che si parla di morti naturali, per infarto o per incidenti domestici». Gli avvocati Pazienti e Conte si riservano di sporgere, a tutela del loro assistito, querela per diffamazione sostenendo di dover «prendere le distanze da simili notizie che, a nostro avviso, oltre ad essere del tutto infondate, spargono inutili e incontrollati allarmismi fra i cittadini».

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