È uno dei simboli positivi più buoni e gustosi della Campania: la mozzarella di bufala, quello squisito latticino che i cuochi napoletani usano a piene mani sulla “loro” pizza o in altre ricette culinarie. Un prodotto Dop (Denominazione di origine protetta) che nel 2005 aveva raggiunto il massimo storico di produzione, con 29,6 milioni di chilogrammi (+7% rispetto al 2004). Un simbolo del Mezziogiorno, quindi. E invece sembrerebbe di no. Secondo il ministro dell’Interno Roberto Maroni e lo studioso Arrigo Petacco, la mozzarella di bufala campana sarebbe stata inventata dai Padani. "Petacco mi ha detto che la mozzarella campana l’hanno portata giù i Longobardi: l’abbiamo inventata noi", ha affermato Maroni intervenendo all’evento “Le donne della Lega si incontrano” nella sede della regione Lombardia. "Non lo so se è vero - ha precisato l’esponente leghista -. Ve lo dico con il beneficio dell’inventario". La storia – A parte l’ovvia e immaginabile levata di scudi dei campani a difesa della paternità di quello che ormai da secoli ritengono un “loro” prodotto, c’è comunque da segnalare che la voce che la mozzarella di bufala sia stata portata al sud dai Longobardi un fondo di verità ce l’ha. Se le principali fonti storiche fanno risalire l’incontro delle genti campane con il bufalo e il suo prodotto principe (la mozzata) ai tempi delle migrazioni dei Saraceni prima in Sicilia e poi nella paludosa piana del Garigliano, altri studiosi – tra cui Petacco – sostengono che il prodotto fu già portato nel meridione dai Longobardi tra il VI secolo e il X secolo. Insomma la querelle culinaria è aperta. Chi l’abbia inventata probabilmente non si saprà mai. Ma in fondo non è poi tanto importante. La cosa fondamentale è che sulle tavole nostrane continui ad esserci questa prelibatezza, padana o campana che sia.