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Schifani agli ebrei: "Da Ciarrapico parole inaccettabili"

Il presidente del Senato condanna le espressioni pronunciate in aula sul "partito delle kippah"
di Eleonora Crisafulli sabato 9 ottobre 2010

2' di lettura

Dopo la rabbia e lo sconforto espressio ieri dalla comunità ebraica italiana per le parole del senatore Giuseppe Ciarrapico, una dura condadda arriva dal presidente del Senato Renato Schifani. Nel corso dell'intervento per le celebrazioni a Palazzo Giustiniani di San Francesco patrono d'Italia a 150 anni dall'Unità nazionale, Schifani ha commentato: "Quelle espressioni sono da me duramente e formalmente censurate" perché quando "sulla dignità morale del Paese è prevalsa la logica del tradimento del popolo ebraico, emblema dell'umanità e della civiltà, si è sfaldato lo stesso senso di appartenenza all'identità nazionale, si è strappata la rete di solidarietà che ci fa sentire ed essere uomini dentro". Vicinanza al popolo ebraico - Nella stessa circostanza la seconda carica dello Stato, dopo aver ricordato il "debito umano e morale che ciascuno di noi mantiene verso quanti hanno subito la violenza e la cattiveria dell'antisemitismo", ha reso noto di aver chiamato personalmente il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche Renzo Gattegna e il presidente della Comunità ebraica della capitale, Riccardo Pacifici. "A loro ho rinnovato e confermo pubblicamente l'assoluta fermezza nel condannare ogni manifestazione contraria ai valori di civilità e umanità che sono l'irrinunciabile patrimonio del popolo italiano e di tutte le sue istituzioni". La presidenza del Senato "ha ritenuto con questo spirito e fermo convincimento di testimoniare la vicinanza e l'amicizia all'intero popolo ebraico proponendo, sin dall'inizio dell'attuale legislatura quale proprio simbolo e manifesto ideale le bandiere di Israele, portate con orgoglio da alcuni ragazzi nel campo di sterminio di Auschwitz. Un'immagine che dopo le parole inaccettabili pronunciate in Aula, mentre non potevo presiedere, la settimana scorsa, sta a significare come nessun cedimento sia in alcun modo consentito o anche solo sottovalutato. Nessuna distrazione, nessuna incertezza, nessuna sottovalutazione sono accettabili". Ciarrapico ieri si era difeso sostenendo che non fosse sua intezione mancare di rispetto alla comunità ebraica con le frasi pronunciate in aula lo scorso 4 ottobre, ma avesse come unico obiettivo quello di criticare il comportamento del presidente della Camera Gianfranco Fini.

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