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L'addestratore del cane di Infostrada che ha lavorato con George Clooney

Da dog sitter a premuroso dog trainer, Massimo Perla si racconta in "Io sto con i cani" /Guarda il video
di carlotta mariani sabato 9 ottobre 2010

3' di lettura

Ha lavorato con Francis Ford Coppola, Mario Monticelli e George Clooney. Ha portato Shonik, il suo border collie bianco e nero, sui set di Infostrada. È Massimo Perla, il più grande addestratore di cani in Italia e, forse “uno dei primi dog-sitter d’Europa” come si definisce. Da qualche giorno è uscita la sua biografia, ‘Io sto con i cani’, scritto insieme alla giornalista Susanna Mancinotti. Il libro ripercorre la vita di Massimo, da quando a 19 anni caricava i cani su un pulmino e li portava a Villa Borghese, ai giorni nostri. Le avventure, i sacrifici, le emozioni di chi ha dedicato la vita all’amico più fedele dell’uomo. Un’opera per rispondere alle domande di “chi mi chiede come ho cominciato e cosa mi ha spinto a farlo” ci ha spiegato Massimo. “Oltre a un modo per soddisfare chi vuole fare questo lavoro”. Il libro verrà presentato ai primi Dog Olympics Game, le prime olimpiadi a quattro zampe, che si terranno a Lignano Sabbiadoro (Ud) dal 15 al 17 ottobre. Una festa dello sport e della cultura cinofila a cui parteciperanno 1500 cani. Una vita a quattro zampe – Massimo Perla ha iniziato la sua attività per passione. Si era iscritto ad Architettura e cercava di guadagnare qualcosa portando a spasso i cani degli altri insieme a due amici, Bruno e Gianni. “All’epoca erano un bene di lusso, non come oggi che ci sono pure testi di psicologia canina” ha raccontato Massimo. Quindi tanti sacrifici e difficoltà, prima di tutto il padre che non ha mai accettato che il figlio lasciasse l’università per seguire quella passione. “A malapena mi salutava – ha ricordato l’addestratore – poi ha iniziato a vedermi sui giornali e in televisione e abbiamo recuperato il rapporto”. L’addestramento – Ogni capitolo del libro finisce con una “piccola perla di saggezza, di buon senso, nata dalla mia esperienza per far capire ai lettori come comportarsi con i cani” ha spiegato Massimo. Per esempio, si parla dell’importanza della socializzazione, di abitudini e regole, delle carezze. E su questo l’autore fa notare una cosa: “Se il cane ti spinge la mano con il muso, non bisogna accarezzarlo perché se no si invertono i ruoli e lui si abitua a ottenere tutto quello che vuole”. Stesso discorso per il letto: il nostro amico a quattro zampe non deve saltarci sopra. “Per il cane, entrare nel giaciglio del capobranco significa avere delle grandi libertà che si traducono spesso in cose spiacevoli per gli esseri umani”. Questo non vuol dire usare violenze ma solo frasi dette in modo deciso e ripetitività. Gli animali, come i bambini non devono essere viziati. “Un cane deve rimanere un cane, nel rispetto dei suoi diritti”. E per non avere paura di questi scodinzolanti amici, Massimo consiglia di “avvicinare i bambini fin da piccoli a questi animali, insegnandogli, anche nelle scuole, a come comportarsi”. Una vita da star  - Massimo Perla è considerato uno dei più grande dog trainer al mondo soprattutto per i cani che fanno film o spot pubblicitari. Era suo il famoso cane bianco e nero accanto a Fiorello nella pubblicità di Infostrada.  Così come quello a fianco di Verdone in Sono pazzo di Iris Blond o ‘Ettore’ nello spot della Tim con Sofia Loren. Un lavoro appassionante ma anche “difficile perché spesso i registi non capiscono”. L’addestratore ha spiegato che “alcuni, se voglio che l’animale finga di essere morto, lo vogliono addormentare perché dicono che se no si vede che respira ma anche mentre dorme il cane respira; basterebbe riprenderlo da angolazioni diverse”. Secondo Massimo, in Italia ci vorrebbero come negli Usa, dei “sindacalisti degli animali che vanno sui set a vedere come si lavora”. Vivisezione – “Una barbaria” così il dog trainer definisce un tema caldo del momento, la vivisezione. Massimo è contrario anche al taglio delle orecchie di alcune razze di cane. “Alcuni non se ne accorgono neanche ma non è importante" e allora perché farlo? “ Lo insegno anche agli allevatori di rottweiller o boxer che incontro” ha aggiunto. di Carlotta Mariani

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