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Sgarbi: "Berlusconi sui gay ha ragione: non è offensivo"

Intervista al politico sul caso Ruby e sulla battuta che il premier ha fatto oggi sugli omosessuali
di carlotta mariani domenica 7 novembre 2010

2' di lettura

Vittorio Sgarbi difende Berlusconi. Di più, ne sposa il pensiero. Anzi, non capisce cosa ci sia di scandaloso nella frase: “Meglio essere appassionati di belle donne che essere gay”. “Il premier, dice il critico d’arte, mi ha chiamato e gli ho espresso la sua solidarietà. Mi ha detto: ‘E’ quello che ci hanno insegnato i nostri genitori’. Nel mondo musulmano, ebraico e cristiano l’omosessualità non è una virtù. Dire che è meglio guardare le belle ragazze che essere gay non è una frase offensiva. I gay direbbero senza problemi: meglio andare con gli uomini o con le donne”. Ma è una discriminazione. “No, è una posizione. Ha fatto bene. Lo condivido in pieno. Una frase provocatoria ma legittima. E’ come dire: preferisco pescare piuttosto che andare a caccia”. Beh, i gay non sono molto felici. “Ovviamente Berlusconi ha deciso di perdere l’elettorato omo. Un certo elettorato omo. I gay spiritosi e intelligenti non smetteranno di votarlo per questa uscita. E comunque sia, inizia la campagna elettorale contro Vendola. Silvio è sul pezzo”. Anche lei ha avuto esperienze omo, vero? “Veramente no. Sono solamente stato con Eva Robins, non è il massimo come esperienza omosessuale”. Con le minorenni è mai stato? “Sì con una, Stefania, di Pescara. Aveva 17 anni ma non era vergine”. Il Pd dice che Silvio dovrebbe stare in una bettola. “Anche Caravaggio stava nelle bettole e lì ha dipinto quadri bellissimi”. I finiani lo definiscono “troppo disinvolto”. “Questo è vero. Ma ora non è più sposato e può fare quello che vuole. Mi ha sempre invidiato perché sono libero, ora lo è anche lui. Non siamo più “occupati” dalle donne, ma ‘visitati’. Come Taormina, come la Grotta Azzurra. Silvio vuole essere la Grotta Azzurra. Vive in un perenne stato alla ‘Amici Miei’. Ha fatto come Adolfo Celi, medico primario, chiamando in Questura e dicendo di essere Mubarak. Un pezzo di letteratura purissima che nemmeno Achille Campanile. Si parla d’abuso d’ufficio, però. “Macchè, è una burla, potevano anche non filarselo di striscio. Poteva essere un imitatore”. Il governo rischia? “Solo se Fini rompe. Ma Gianfranco che può dire? E come Silvio: entrambi sono “inficati”. La differenza è che il primo è occupato, l’altro è libero. La vita di Fini è condizionata da una donna, Elisabetta Tulliani, che conosco bene. Almeno Ruby se ne andrà, mentre la Tulliani resta. E resta pure suo fratello”. Chi vedrebbe bene come nuova fidanzata del premier? “Nessuna. Ora che si è liberato dall’influenza negativa di Veronica deve stare solo. Essere visitato dalle donne. Come la Grotta Azzurra. Comunque gli ho segnalato una ragazza molto bella: Lizandra Silva, cubana. Meglio di Ruby”. Alessandra Menzani

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