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In gita divisi ricchi e poveri

A Pordenone scoppia la polemica
di Eleonora Crisafulli sabato 27 marzo 2010

2' di lettura

A Pordenone scoppia la polemica per una gita scolastica o meglio per due gite scolastiche. Due proposte, una settimana a Londra per 600 euro o cinque giorni a Monaco di Baviera per 280 euro, fanno nascere il sospetto di una volontaria divisione degli studenti in base al censo. L'istituto professionale "Flora", al centro dello "scandalo", esclude qualunque forma di discriminazione economica, ma la vicenda finisce in Consiglio Regionale con un'interrogazione del consigliere Roberto Antonaz (Rc), che esprime "sconcerto e indignazione". Studenti divisi - I fatti risalgono a due settimane fa. Un gruppo di studenti partecipa al viaggio a Londra e l'altro visita Monaco di Baviera. I primi si divertono, incontrano Carlo e Camilla d'Inghilterra e alloggiano in un confortevole hotel. Meno piacevole il soggiorno per gli altri, che trovano un albergo "vecchio e sporco", e per tre di loro in particolare, che al ritorno a casa scoprono di avere le pulci. Nessuna discriminazione - La scuola ipotizza un'azione contro l'agenzia di viaggio responsabile dell'organizzazione e si difende dalle accuse. Il vicepreside Giovanni Dalla Torre assicura: "Nessuna divisione per censo. I due viaggi avevano obiettivi diversi ed erano aperti a tutti, a prescindere dalle condizioni economiche della famiglia di appartenenza. Quello di Londra si configura come un viaggio-studio, una sorta di gemellaggio con una scuola inglese, finalizzato ad approfondire la lingua e aperto a tutte le classi della scuola, dalla Terza alla Quinta. Il viaggio a Monaco, invece, è la classica gita di istruzione che si fa tutti gli anni. Sono due attività distinte e parallele. L'equivoco può essersi ingenerato dal fatto che, per ragioni logistiche, le date erano sovrapposte e dunque gli studenti di talune classi hanno dovuto scegliere a quale aderire. Al gemellaggio londinese hanno partecipato una trentina di ragazzi, tra i quali molti extracomunitari. E non poteva essere diversamente, dal momento che nella nostra scuola abbiamo il 26% di stranieri, appartenenti a circa 30 etnie diverse. Pensare che qualcuno possa aver concepito due diverse uscite rispetto alle possibilità economiche degli allievi è offensivo rispetto al lavoro di integrazione che da anni stiamo realizzando".

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