Il problema non è nuovo ma è indubbio che da qualche anno ha assunto una crescente gravità, generando allarme anche in termini di sicurezza collettiva. L'osservazione vale soprattutto per i grandi centri, in particolare per i quartieri più degradati o periferici. Prendiamo il caso di Napoli ove nei primi otto mesi del 2025 le forze dell'ordine hanno arrestato o denunciato 38 minorenni per detenzione illegale di armi, eseguendo quasi 500 sequestri tra coltelli (150), mazze e tirapugni (319). Il Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli ha addirittura potenziato i pattugliamenti davanti alle scuole mediante l'utilizzo dei metal detector (sic!). È innegabile infatti il ricorso, sempre più diffuso tra gli studenti minorenni, all'uso di coltelli o di altre armi da punta o da taglio per dirimere banali contrasti con altri studenti od affermare la propria superiorità emulando il comportamento degli adulti.
Le ragioni alla base di tali comportamenti inaccettabili sono varie: l'emulazione; la legge del gruppo che esige tale atteggiamento per evitare l'emarginazione o guadagnare l'inserimento; il nefasto influsso del web ove la violenza non viene stigmatizzata ma esaltata come unico mezzo per imporsi; la disgregazione di molti gruppi familiari con genitori separati o fisicamente assenti od incapaci di fare i necessari controlli. Cosa fare? La sinergia tra scuola e forze dell'ordine è molto importante perché la scuola deve essere un presidio di legalità. Ancora più importante è però la sinergia tra scuola e famiglia: in passato una costante, da tempo non più per lasciare il posto all'opposizione anche violenta.
La constatata inefficienza od insufficienza di quanto appena indicato mi spinge da sempre ad ipotizzare l'introduzione di correttivi. In primis l'opera degli psicologi scolastici, abilitati a supportare i ragazzi più fragili o più timidi loro segnalati dai docenti. In secondo luogo misure disciplinari più severe nel caso di accertata presenza di gruppi o di atti di bullismo. Ed ancora perquisizioni e requisizioni di cellulari, da restituire al termine delle lezioni, e di armi improprie, da segnalazioni alle forze dell'ordine.
La calendarizzazione degli incontri più frequenti con i genitori può risultare utile per fronteggiare situazioni meritevoli di maggiore attenzione. Inoltre, sembra maturo il momento per abbassare la soglia della punibilità dagli attuali 14 anni a quella dei 13 anni, fermo restando per i responsabilità il trattamento nelle prigioni scuola e nelle strutture specializzate per i minori. Rispetto alle generazioni precedenti i minori sono infatti in grado di percepire l'illiceità del fatto molto prima dei 14 anni. Una cosa è certa: la necessità di non limitarsi all'osservazione della realtà ma di intervenire con idonee misure correttive.