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Architettura, innovazione e sostenibilità attraverso la metodologia BIM

mercoledì 12 luglio 2023

5' di lettura

Square Architects è l’idea di quattro giovani architetti nata per dare spazio ad un nuovo modo di concepire l’architettura: progettare, dal concept alla realizzazione dell’opera, introducendo tecnologie costruttive energeticamente efficienti, sfruttando processi digitali. In altre parole, fondere i concetti di progettazione e sostenibilità in un'unica visione del costruire attraverso l’uso del BIM. In Square Architects si respira l’intraprendenza ed il coraggio di innovare. 

La mentalità che li contraddistingue dalle altre realtà professionali è l’approccio con cui ogni componente del team affronta sempre nuove sfide: attraverso la collaborazione, le competenze specifiche e le idee creative di ognuno, realizzano progetti architettonicamente interessanti, sostenibili a livello energetico ed economico. Tutto questo è possibile anche grazie alla tecnologia, ovvero ai metodi e processi BIM che ne semplificano la gestione e razionalizzano informazioni e comunicazioni. 

Abbiamo chiesto a Federico Bertuglia, CEO e BIM Manager di Square Architects, di spiegarci come questa visione metodologica e tecnologica cambia concretamente il lavoro degli architetti.

Cosa vi ha spinto ad aprire il Vostro Studio?
L’idea di aprire il nostro studio nasce sin dal periodo universitario a RomaTre, seguendo insieme tutto il percorso di formazione.
Ci siamo accorti subito di aver formato un gruppo di lavoro completo e complementare dove le capacità di ognuno, accompagnate da una forte attitudine per le nuove tecnologie costruttive, unite a un’importante propensione per gli strumenti tecnologici, risultavano essere una ricetta vincente.  Da qui, abbiamo capito che la connessione tra tecnologia, innovazione e collaborazione potesse essere la base fondante della nostra professione.

Quali sono stati i passi fondamentali del vostro percorso? 
Ci siamo affacciati al mondo lavorativo partecipando a concorsi, ma, dopo la laurea, ci siamo separati per collaborare in studi professionali diversi. Abbiamo frequentato un importante Master, a Lecco, al fine di acquisire, in modo approfondito, conoscenze e competenze in ambito BIM dopo il quale scegliemmo di intraprendere di nuovo percorsi diversi in importanti studi e società. Dopo aver assorbito le dinamiche aziendali e professionali legate a queste grandi realtà, ci siamo ritrovati per mettere in atto quel sogno che avevamo da anni, fondando Square Architects.

Perché ritenete che la formula “tecnologia ed innovazione” sia la ricetta vincente in architettura? E come si inserisce la metodologia BIM in questo contesto?
Viviamo in un periodo storico in cui lo “tsunami tecnologico” sta travolgendo e stravolgendo ogni settore sociale ed economico, compreso quello delle costruzioni. Al tempo stesso, ogni professionista è chiamato a settorializzarsi e specializzarsi in specifiche attività/ambiti per poter stare al passo con i tempi. 

Il BIM rappresenta un nuovo approccio metodologico basato sulla collaborazione tra le diverse figure professionali, volto a far confluire tutte le informazioni in un unico grande contenitore. In altre parole si crea un gemello digitale dell’edificio. Ogni progetto è un insieme di informazioni che hanno a che fare con gli aspetti formali, dimensionali e geometrici, ma anche con aspetti di carattere prestazionale, informativo ed economico. Prima dell’avvento del BIM, quest’ingente quantità di informazioni era gestita in maniera disordinata: i progetti non erano coordinati a livello disciplinare, risultavano pieni di interferenze geometriche ed incoerenze informative rispetto a quanto richiesto dalla Committenza. 

Attraverso la metodologia BIM, invece, lavorando contemporaneamente sullo stesso “modello digitale”, è possibile sia essere a conoscenza in tempo reale dei cambiamenti work in progress dei vari attori che partecipano al progetto (architetti, ingegneri, progettisti di  impianti,…), sia anticipare le problematiche di cantiere connesse alle interferenze tra i vari elementi costruttivi. Sostanzialmente, lavorando con un gemello digitale dell’edificio è possibile anticipare e risolvere i problemi in fase di progettazione e non nella fase di cantiere, quando rimediare ad essi costerebbe molto in termini economici e di tempo. 

Come si fa a non far prevalere sul progetto la tecnologia rispetto alla creatività?
Nel mondo degli architetti la paura più grande è proprio questa. Molto spesso questo timore viene utilizzato dalla “vecchia scuola” di tecnici per osteggiare e ostruire l’avvento della tecnologia (e quindi anche del BIM) nel settore delle costruzioni.  Ovviamente, la soluzione è quella di usufruire e sfruttare la tecnologia come “braccio” della creatività. Dunque, la sfida sta nel non farsi prevaricare dai software a svantaggio del fattore umano: la tecnologia è uno strumento, non la soluzione. Sta a noi architetti sfruttare al meglio le potenzialità degli strumenti che abbiamo a disposizione mettendole al servizio delle nostre scelte. 
 
Come si inserisce il tema della sostenibilità nel mondo dell’architettura e della metodologia BIM?
Credo che il termine “sostenibilità” sia abusato e utilizzato spesso in maniera impropria nel mondo dell’architettura e delle costruzioni in generale: ci si limita a pensare solo dal punto di vista energetico quando, in realtà, la questione è molto più ampia e bisognerebbe sempre includere simultaneamente aspetti di sostenibilità economica del progetto e di impatto ambientale di un edificio in tutto il suo ciclo di vita. Per integrare questo flusso di informazioni legate alle tematiche esposte e per coordinare tutte le figure professionali che dovranno interfacciarsi tra loro, risulta fondamentale l’utilizzo del modello digitale BIM. 

Avere un approccio al progetto “efficiente” e “sostenibile” significa poi disporre di competenze e conoscenze tecniche specifiche: la certificazione da “consulente CasaClima” – conseguita nello specifico dall’Arch.Francesco Conti, socio fondatore di Square Architects -, rilasciata dall’Agenzia per l’Energia dell’Alto Adige, competente in ambito di efficienza energetica e sostenibilità in edilizia, rappresenta un importante qualifica relativamente a questi temi. 

Puntate in alto: cosa vi piacerebbe fare “da grandi”?
La nostra ambizione più grande non è solo quella di pensare “progetti sostenibili”, ma di realizzarli per davvero. Spesso capita che ciò che è stato disegnato e progettato, a valle di un cantiere non abbia poi l’effettiva corrispondenza, perdendo quindi quelle scelte significative, come quella di determinati materiali o specifici studi sui ponti termici, che rendono poi un progetto concretamente ben fatto.  L’ostacolo più grande è rappresentato da costruttori e general contractor poco sensibili ai temi attuali e non predisposti a realizzare le scelte progettuali dettate dai protocolli di sostenibilità, perché più gravosi economicamente rispetto ai costi di costruzioni per edifici inefficienti, che non prevedono i costi per una adeguata progettazione e si affidano ad imprese non idonee e non specializzate ad eseguire correttamente particolari lavorazioni. 

Il nostro obiettivo è quello di investire e sostenere economicamente e tecnicamente la realizzazione effettiva dell’edificio ex novo o riqualificazione dell’esistente secondo i nostri standard: abbiamo già mosso i primi passi fondato una società di costruzione per mettere in atto quanto detto. Alcuni cantieri sono già stati realizzati e altri sono in partenza.
 

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