Siamo passati dal bue che dice cornuto all'asino all'extraterrestre che dà della marziana alla Presidente del Consiglio. La sfacciataggine di Carlo Calenda è senza confini e degna di miglior causa. Il leader di Azione al Meeting di Rimini ha sferzato la premier: "Meloni parla come se venisse da Marte o fosse da ieri a palazzo Chigi ma il piano sull'energia, su come diminuire i costi, diminuendo le rendite assurde che stanno facendo i produttori di rinnovabili, Azione glielo ha inviato dettagliato e pronto per essere messo in un decreto. Quindi bisogna fare le cose e smettere di parlarne".
Forse non si è accorto, il signor Calenda, che con queste dichiarazioni quello che sembra venire da Marte è proprio lui. La premier, basta chiedere a chi era presente al suo discorso davanti alle migliaia di persone presenti al Meeting, ha fatto un bagno di folla, di applausi e di consensi. Si è commossa e ha scaldato gli animi. Da brava politica, quale è, Giorgia Meloni ha sfruttato il momento per ricordare quanto fatto dal suo Governo e per annunciare le prossime mosse.
Chiunque sia minimamente addentro ai palazzi romani sa che il tema dell'energia è davvero caro alla premier, che non a caso sta studiando insieme a tutti gli attori coinvolti, dalle imprese alle società produttrici, le migliori soluzioni per il sistema. Calenda invece ha presentato un piano che sembra in parte superato e in parte ideologico.
Non stupisce, visto che ogni volta che si è trovato a prendere decisioni concrete Calenda ha fatto macelli. La lista è lunga ma basti ricordare l'accordo sull'Ilva con gli indiani di Mittal (un disastro che ha lasciato il cerino in mano all'attuale Governo) o la gestione di Open Fiber e della rete unica. Un vecchio adagio attribuito a Lao Tzu dice "chi sa fare fa, chi non sa fare insegna". Il leader di Azione appartiene alla seconda categoria, quella dei cattivi maestri. La politica però sarà anche smemorata, ma fino a un certo punto. E a Calenda non resta che predicare nel deserto. Lui sì, su Marte.