Non è solo una cerimonia di chiusura. È un manifesto, la dichiarazione culturale che parla dell’Italia, della sua capacità di mescolare storia e contemporaneità, sacro e spettacolo. Il 22 febbraio 2026 i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina caleranno il sipario all’Arena di Verona. Luogo dedicato da sempre a ospitare la bellezza culturale del nostro Paese, andrà in scena l’ultimo abbraccio olimpico: Beauty in Action, un titolo che prova a racchiudere in due parole l’essenza del nostro Paese – la bellezza che non resta immobile, ma si muove, vibra, vive.
La Fondazione Milano Cortina 2026 ha presentato il progetto al Teatro Filarmonico, svelando anche il primo protagonista della serata: Roberto Bolle. L’étoile internazionale, simbolo della danza italiana nel mondo, sarà non solo presenza artistica ma corpo narrante, uno dei volti che guideranno lo spettatore dentro quello che è stato definito “un racconto tra sogno e realtà”.
Per la prima volta nella storia olimpica, una cerimonia si terrà dentro un monumento riconosciuto come patrimonio dell’umanità, non è un dettaglio scenografico: è una scelta politica, culturale, identitaria. Verona diventa non semplice cornice, ma protagonista. L’Arena – di solito teatro di opera, festival, concerti – si trasformerà in una grande piazza italiana, aperta, fluida, un luogo dove la scena invade lo spazio eliminando il confine tra palco e pubblico.
La scenografia, ispirata a una goccia d’acqua, richiama il movimento continuo che unisce le geografie dei Giochi: ghiaccio, neve, città, montagna, mare. L’acqua come origine e ritorno. Da quella goccia nasceranno superfici luminose, coreografie in trasformazione, un fluire che accompagnerà atleti e spettatori verso l’ultimo applauso della rassegna.
Primo grande protagonista svelta sarà Roberto Bolle scelta non casuale, rappresentando la bellezza che si muove, letteralmente: disciplina, armonia, dedizione con qualità che appartengono allo sport tanto quanto all’arte in particolare, alla danza nello specifico. Accanto a lui ci sarà una squadra tutta italiana, guidata da Alfredo Accatino, con creativi, scenografi, costumisti e musicisti: un laboratorio nazionale che rivendica competenze, visione, professionalità.
La cerimonia non si limiterà all’Arena. Piazza Bra e lo stesso Teatro Filarmonico entreranno a far parte di un racconto diffuso, con coro e orchestra della Fondazione Arena di Verona ad accompagnare le ultime ore dei Giochi. Un modo per dire che l’evento non è solo uno spettacolo, ma un rito collettivo. Un congedo che appartiene anche a chi, da Verona, vive il proprio ruolo dentro la storia culturale italiana.
Alla presentazione erano presenti esponenti del governo, i ministri Salvini e Lollobrigida, amministratori locali guidati dal presidente della Regione Veneto Zaia e dal sindaco di Verona Tommasi. Segno che l’Olimpiade non è solo sport, ma infrastruttura, immagine, diplomazia. È intervenuto anche il presidente della Fondazione Giovanni Malagò ha parlato di “palcoscenico eterno, dove la storia abbraccia il futuro”. Non è solo retorica: se l’Italia vuole tornare a essere un riferimento internazionale nell’organizzazione di grandi eventi, dovrà dimostrarlo in quei giorni. La cerimonia di chiusura, con il suo forte valore simbolico, sarà anche un test sulla nostra capacità di produrre visione e concretezza.
Al di là della cornice, degli effetti scenici e dei discorsi ufficiali, il cuore della cerimonia resta uno: gli atleti. Quelli che hanno spinto oltre il dolore, che hanno vinto e perso, che hanno rappresentato territori e famiglie, che hanno trasformato un gesto in racconto e Beauty in Action vuole essere un grazie principalmente a loro, ma non solo a loro; sarà un applauso a tutta la macchina organizzativa che ha guidato nel porto sicuro della fine l’evento planetario per definizione Un applauso che non chiude, ma prepara: perché per ogni Olimpiade finisce, c’è una Paralimpiade che inizia e che vedrà proprio all’Arena di Verona la sua cerimonia di apertura, in una sorta di unico e costante messaggio che solo lo sport rappresenta a pieno con forza e nella sua capacità di unire. In questo caso con la bellezza, italiana, sullo sfondo.




