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Piercamillo Davigo a processo, il terrore della gattabuia: "Tanto ho 70 anni...", quella frase dopo il rinvio a giudizio

venerdì 18 febbraio 2022

2' di lettura

La prima udienza è fissata il 20 aprile a Brescia. Sarà il momento in cui si entrerà nel vivo del dibattimento nei confronti di Piercamillo Davigio, l'ex simbolo di Mani Pulite rinviato a giudizio ieri per «rivelazione del segreto d'ufficio» per il caso dei verbali di Piero Amara su una presunta "Loggia Ungheria". Lo ha deciso ieri il gup Federica Brugnara: ora saranno i giudici a stabilire se Davigo abbia davvero rassicurato il pm milanese Paolo Storari, che chiedeva di essere tutelato rispetto alla inerzia dei suoi capi. 

Gli atti vennero consegnati dal pubblico ministero a Davigo nell'aprile 2020 e poi - così sostiene l'accusa dei pm Donato Greco e Francesco Milanese - «violando i doveri» legati alle sue funzioni e «abusando delle sue qualità» Davigo li avrebbe diffusi ad altri componenti di Palazzo dei Marescialli in modo «informale e senza alcuna ragione ufficiale». Sebastiano Ardita, allora consigliere del Csm, si ritiene danneggiato da quella diffusione e si è costituito parte civile nel procedimento: ora è pronto a chiedere i dani. «Davigo si difenderà in dibattimento essendo certo della propria innocenza» dice l'avvocato di Davigo, Francesco Borasi. 

Per Storari invece, il coimputato che ha scelto il processo con rito abbreviato, è stata chiesta una condanna a 6 mesi, il minimo della pena prevista dal codice. In questo caso la sentenza è prevista per il 7 marzo, con la difesa di Storari che - attraverso l'avvocato paolo Della Sala- ha ribadito la legittimità della condotta compatibile «con il compendio normativo» e «avallata nei comportamenti di altre persone del Consiglio superiore della magistratura». 

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Nessuno avrebbe «sollevato obiezioni formali» e nessuno ha invitato a formalizzare la pratica Storari. In attesa del processo, ieri Davigo ha parlato di Tangentopoli a una tavola rotonda a Pisa: «Emerse non perché arrivarono i magistrati ma perché quel sistema politico fondato sulla corruzione non resse dal punto di vista economico» ha detto. «Nel nostro ordinamento non esiste un efficace deterrente alla corruzione. Io stesso sono sotto processo, ma a parte che sono innocente, non ho alcuna preoccupazione, perché ho compiuto 70 anni e quindi resterei a casa».

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