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Albania, FdI inchioda le toghe: "Il verdetto sull’Albania non rispetta la Cassazione"

venerdì 31 gennaio 2025

3' di lettura

Nuova sfida delle toghe rosse al governo. Dopo il caso Almasri, il braccio di ferro si sposta in Albania. La Sezione Persona, Famiglia, Minorenni e Protezione Internazionale della Corte d'appello di Roma ha infatti sospeso il giudizio di convalida dei 43 migranti trattenuti da venerdì nel centro albanese. Le convalide dei trattenimenti si sono svolte nel pomeriggio con la decisione della Corte di rimettere gli atti alla Corte di Giustizia europea. Nella sentenza si legge che la Corte prende "atto dei contrasti interpretativi manifestatisi nell'ordinamento italiano che attengono alla disciplina rilevante contenuta nella Direttiva n. 2013/32/UE nonché alla regolazione dei rapporti fra il diritto dell'Unione Europea e il diritto nazionale in relazione alla gerarchia delle fonti di diritto, con diretta incidenza sulla fattispecie in giudizio, si ritiene necessario, al fine di assicurare l'applicazione uniforme del diritto dell'Unione, formulare un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea ai sensi dell'art. 267 TFUE". La corte quindi "sospende il presente giudizio di convalida, fermi restando gli effetti sulla efficacia del trattenimento che conseguono per legge al decorso del termine". 

Parole, queste, che scatenano la sinistra. "La decisione della Corte d'Appello di Roma smonta per la terza volta la propaganda del governo Meloni e certifica il fallimento dell'accordo con l'Albania - commenta Angelo Bonelli -. Dopo le pronunce di ottobre e novembre, anche oggi i giudici hanno sospeso il trattenimento dei 43 migranti bengalesi ed egiziani portati nel centro di Gjader, rimettendo la questione alla prossima pronuncia della Corte di Giustizia europea sui Paesi sicuri". Per il co-portavoce di Europa Verde e parlamentare AVS "l'effetto immediato è che i richiedenti asilo saranno portati in Italia e liberati, confermando ancora una volta l'illegittimità dell'operazione".

E a stretto giro arriva la reazione di Nicola Fratoianni: "Come qualsiasi persona dotata di buonsenso avrebbe immaginato anche l'ennesima deportazione di migranti in Albania è finita in un nulla di fatto, in attesa della Corte Ue. Un finale già scritto ma che il governo Meloni ha voluto a tutti i costi non considerare privilegiando la solita propaganda". Elly Schlein, leader del Pd, non è da meno: "Giorgia Meloni si rassegni, i centri in ALBANIA non funzionano e non funzioneranno, sono un clamoroso fallimento. Aumentano a dismisura le risorse pubbliche sprecate a causa dell'ostinata volontà del governo di non rispettare le leggi e le sentenze europee".

Eppure i dubbi restano. Per Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, "continua l'opera di boicottaggio della magistratura italiana alle politiche di sicurezza per contrastare l'immigrazione clandestina. La sfida è politica, temeraria ed appare ostile ai principi fondamentali dell'ordinamento. Ma bisogna andare avanti perché il disegno è troppo politico per essere subito passivamente". 

Anche Tommaso Foti si dice stupito. "Sconcerta - è il commento a caldo del ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr - la decisione dei giudici della Corte d'Appello di Roma di sospendere il trattenimento dei migranti trasferiti in Albania, vanificando l'iniziativa del governo Meloni volta a garantire una gestione più' efficace dei flussi migratori. Siamo di fronte all'ennesima riaffermazione, di una parte della magistratura, di volere stabilire quali Paesi siano o meno sicuri, sostituendosi al decisore naturale che è invece il Governo. In attesa della pronuncia della Corte di Giustizia dell'UE sulla questione dei Paesi sicuri, il governo Meloni proseguirà con determinazione nell'attuazione delle riforme promesse ai cittadini, nel pieno rispetto del mandato ricevuto dagli italiani". "Dai giudici ennesima invasione di campo, decisione che danneggia l'Italia e che fa felici le sinistre e i clandestini", rincara la dose il vicesegretario della Lega Andrea Crippa.

Infine, a stanare le toghe ci pensa Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato: "La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore.”

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