Il discorso in Consiglio comunale di Giuseppe Sala era programmato per le 16.30. Quattro ore prima ecco che dalla Procura sono trapelati nuovi elementi sull’inchiesta che coinvolge il sindaco di Milano. C’è una regia? Ovviamente non si può avere alcuna certezza, in un senso o nell’altro. Quantomeno però si può parlare di una singolare coincidenza, ma in realtà secondo alcuni magistrati di certe coincidenze o presunte tali è meglio non fare cenno. Veniamo alle novità emerse dai faldoni, e poi riferiamo delle scintille politico-giudiziarie. Negli atti dell’indagine che sta terremotando l’amministrazione cittadina e che rischia di paralizzare il territorio è spuntato un bonifico di 2mila euro, datato 21 ottobre 2021, erogato dalla RealStep srl, società che ha come attività principale “lo sviluppo e la gestione di progetti immobiliari per conto terzi”. Destinatario del versamento, Luigi Di Marco, mandatario elettorale del sindaco. Il denaro è stato trasferito come contribuito alla campagna elettorale che ha portato alla riconferma di Sala. Il documento bancario, depositato alla Corte d’Appello di Milano, è stato acquisito dalla Guardia di Finanza su richiesta del pubblico ministero. La RealStep sarebbe stata interessata a un intervento di rigenerazione urbana per un palazzo di via Barrella, parte di un più vasto processo di riqualificazione dell’area “Milano Certosa District”, su cui il 23 maggio 2024 la Commissione per il paesaggio ha dato parere favorevole.
ELARGIZIONI
Certo: duemila euro, per una campagna elettorale dispendiosa come quella di una metropoli, non sono una grande cifra, e Sala per questo filone d’inchiesta oggi non è indagato. E però è altrettanto vero che sono all’attenzione ulteriori contributi da parte di singoli e società: si parte da 5mila euro e il più cospicuo arriva a 30mila. La RealStep sarebbe stata interessata pure ad altri progetti immobiliari, come il “Ripamonti 89”, vicino all’area destinata a ospitare il Villaggio Olimpico. Dicevamo delle polemiche. Cesare Parodi, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), non accetta critiche: «Sono un po’ sorpreso di alcune dichiarazioni che ho sentito provenire dalla politica. Questa della “coincidenza” poi», ha tenuto a sottolineare, «è davvero stupefacente. Si ipotizza una “regia generale” delle procure italiane per cui a un certo punto se Palermo fa il ricorso in Cassazione sulla vicenda Salvini allora c’è qualcuno che decide che Milano deve riequilibrare le cose? Io sono stupefatto», ha ribadito Parodi. Invero sono molti anche quelli che hanno semplicemente evidenziato i due fatti singoli, ossia un «accanimento» nei confronti del capo della Lega e un intervento della magistratura nel momento in cui a una buona parte della sinistra milanese e non solo Sala iniziava a dare fastidio in chiave locale e nazionale. Ripetiamo: sono teorie, non teoremi, ma determinati sincronismi del passato più e meno recente prestano il fianco a interpretazioni maliziose, diciamo così.
BOTTA E RISPOSTA
Spieghiamo: il capo dell’Associazione magistrati fa soprattutto riferimento al comizio del segretario della Lega a Pontida: «Possono comprarci o arrestarci», ha tuonato il vicepremier, «non ci sono altri mezzi. È curioso che il processo che mi riguarda sia stato riaperto proprio nei giorni in cui hanno indagato il sindaco di Milano e decine di amministratori di sinistra in giro per l’Italia. È una coincidenza...». Parodi non ci sta: «Ogni procura lavora per conto proprio, fa le sue scelte, giuste o sbagliate che siano. Evidentemente chi vuole vedere delle coincidenze ha una visione delle cose che dal punto di vista politico, per carità, ci può stare, ma dal punto di vista della realtà sinceramente non trova alcuna conferma». È partita alla carica anche la sezione milanese dell’Associazione: «Piena solidarietà ai colleghi vittime di attacchi dai toni inaccettabili solo per aver svolto il loro lavoro, attacchi tendenti ad attribuire ai pubblici ministeri la pretesa di sostituirsi al legislatore e l’abitudine ad assumere iniziative “pericolose” sulla scorta di un asservito “livore ideologico”». Sss, silenzio: vietato criticare.