Svolta clamorosa per chi occupa abusivamente gli immobili. Secondo la Cassazione la presenza di un minore o di una persona fragile non impedisce lo sfratto. I supremi giudici hanno dato ragione a una donna fiorentina che ha dovuto attendere cinque anni per tornare in possesso di un suo capannone. Stando alle toghe va "riaffermata la legalità violata", tenendo conto anche della "protezione dei soggetti deboli coinvolti nell'occupazione", ma senza dimenticare - sottolineano gli ermellini, che dopo un provvedimento di sgombero le pubbliche amministrazioni "sono tenute a eseguirlo in tempi ragionevoli". La vittima avrà anche diritto a un risarcimento di 180mila euro.
Come ricorda TgCom 24, il proprietario di un immobile non può farsi carico delle "problematiche sociali, sicuramente gravi e delicate, connesse con l'emergenza abitativa", la cui soluzione è affidata allo Stato "a cui i cittadini contribuiscono a livello di tassazione e sistema fiscale".
La vicenda risale al 2013, quando una trentina di persone occuparono questo capannone di circa 700 metri quadrati. Come ricorda il Messaggero, in un primo momento le toghe stabilirono che l'immobile andasse sgomberato. Ma la decisione fu respinta dagli stessi occupanti. Così l'esecuzione subì diversi e ripetuti rinvii sia per l'opposizione dei manifestanti. E, soprattutto, per la presenza di minori e disabili.