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Quando la giustizia tornerà finalmente a essere giusta?

Dopo 46 annidi magistratura e di servizio al Paese confesso che stento a riconoscermi e a riconoscere coloro per i quali il servizio si è trasformato in potere, la missione è diventata una semplice professione sganciata da ogni responsabilità
di Bruno Ferraro mercoledì 8 ottobre 2025

 Toghe

2' di lettura

Lo stato della società civile non incoraggia l'ottimismo. Università (Roma Tre, Alma Mater di Bologna, Macerata) che troncano i rapporti con Israele. La mattanza dei cristiani dimenticata dall'Occidente. La Salis che si sottrae al giudizio per un voto (la legalità è ancora un valore?). Le violenze pro-Pal e le decine di agenti feriti nelle “manifestazioni pacifiche di bravi ragazzi”. La Premier Meloni che “va nei rifiuti” e nessuno che si indigna a sinistra. Tutto ciò e la presenza di un clima inquinato richiederebbero una Magistratura attenta, serena ed obiettiva: invece non è così. Imperversano i comportamenti illegali ma ci si oppone al DL sicurezza. Indulgenza verso gli occupatori abusivi di case malgrado la legge ad hoc.

Donne massacrate di botte e compagni che se la cavano con pene risibili nonostante il Codice rosso approvato da tutte le forze politiche. Un docente responsabile di messaggi hot ad una 12enne che evita il processo cavandosela con 4.000 euro alla famiglia. Libertà condizionale negata a Chico Forti dopo 27 annidi carcere in Usa. La Dott.ssa Bartolozzi che secondo la Procura di Roma non sarebbe coperta dall'immunità nonostante abbia agito in stretta relazione con il ministro Nordio che l'ha voluta come Capo di Gabinetto. La dura opposizione dei giudici a tutte le misure in tema di lotta alle immigrazioni illegali.

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Dopo 46 annidi magistratura e di servizio al Paese confesso che stento a riconoscermi e a riconoscere coloro per i quali il servizio si è trasformato in potere, la missione è diventata una semplice professione sganciata da ogni responsabilità. Eppure il giudice dovrebbe essere super partes, lontano dai clamori e dalle passioni, autonomo ma anche responsabile, dispensatore di certezze nell'interpretazione delle norme e nella loro applicazione. Calamandrei, che era un giurista di sinistra e fu uno dei Padri Costituenti, disse che «quando la politica entra nelle aule di Tribunale è la giustizia che ne esce».

Mi piacerebbe che ogni cittadino elettore riflettesse quando, con il Referendum, sarà chiamato fra non molto ad esprimersi con un Si o con un No sulla separazione delle carriere. La separazione non è contro i giudici né stravolge la Costituzione ma tende a dimensionare correttamente il ruolo di chi giudica e quello di chi accusa: per il PM poi va ricordato che l'art. 111 della Costituzione prevede la parità tra accusa e difesa mentre nell'attuale situazione lo sbilanciamento a favore del PM ea scapito della difesa va in tutt'altra direzione aprendo le porte ad una giustizia incoerente, ondivaga e di difficile valutazione (si pensi per tutti al delitto di Garlasco). Mi auguro che la Giustizia ritorni nei Tribunali in omaggio alla scritta che campeggia nelle aule, la Giustizia uguale per tutti.
*Presidente Aggiunto Onorario Corte di Cassazione.

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