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Quel fronte trasversale per il sì al referendum

L'esigenza di questa riforma è nata anni fa come conseguenza dell’adozione del metodo accusatorio e ha attraversato tutti i Partiti e tutti gli schieramenti politici. Così come lo stesso mondo dei magistrati
di Fabrizio Cicchitto martedì 4 novembre 2025

toghe

3' di lettura

Caro direttore, con tutto il rispetto per il governo che ha portato all’approvazione del Parlamento il provvedimento della separazione delle carriere, l’esigenza di questa riforma è nata anni fa come conseguenza dell’adozione del metodo accusatorio, ha attraversato tutti i Partiti e tutti gli schieramenti politici, e lo stesso mondo dei magistrati ha diviso anche Falcone favorevole ad esso e Borsellino contrario e pure il Pool dei pm di Milano con Di Pietro per il Sì e Colombo per il No. Questa trasversalità è insita nella logica stessa dei referendum. Di conseguenza va evitato il tentativo di sovrapporre a questa logica fisiologica al referendum con una logica patologica secondo la quale lo scontro sarebbe fra una destra filo governativa e una sinistra di opposizione, la prima tutta per il SI, la seconda tutta per il No.

Rifiutiamo questa logica: tutti coloro che non sono favorevoli a questo governo ma che per il loro garantismo storico sono favorevoli allo sdoppiamento delle carriere, per mettere in una condizione di relativa parità l’avvocato dell’accusa (cioè il pm) e l’avvocato della difesa non possono essere scappati dalla facoltà di sostenere con il loro voto questo provvedimento perché in questo modo sosterrebbero la Meloni. Il rifiuto di questa logica deriva anche dal fatto che l’ipotesi della separazione delle carriere risale a tanto tempo fa e sostenuta da principi del foro di fede socialista come Viviani e Vassalli. E come conseguenza alla formazione del Comitato Vassalli (grande giurista socialista e in gioventù spericolato partigiano) nel quale si sono ritrovati esponenti socialisti che su altri argomenti hanno posizioni diverse. Ma qui, sul terreno di mettere in condizione di quasi parità (ai pm rimane comunque il predomino nella gestione delle indagini ma non più la connessione con la carriera dei magistrati), tutto il garantismo socialista si è ritrovato rifiutando ogni logica di schieramento politico partitico, a maggior ragione poi se questa logica viene sostenuta da autentici bugiardi quali sono il pm Gratteri e il giustizialista e putinista Conte. Il primo sta sostenendo che attraverso la separazione delle carriere si intende sottoporre i pm al controllo del governo. Ciò non è affatto previsto.

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Neanche si capisce perché stando a ciò che sostiene Conte, la separazione delle carriere sarebbe funzionale a un trattamento di favore nei confronti della classe politica. Piuttosto con i due Csm si sconta il predominio delle correnti e con essa un’altra cosa importante: lungo la logica della totale autonomia e indipendenza della magistratura, le correnti divise in destra, centro, sinistra sono già di per sé un controsenso, che infatti ha provocato conseguenze disastrose nel rapporto fra pezzi del sistema politico e pezzi della magistratura. Il sottoscritto, caro direttore, per anni in Parlamento ha presente che molti esponenti del Pci alternavano la loro attività di Parlamentari con quella di magistrati (nel Pci c’era una tendenza chiamata “il partito dei giudici” che fu molto operativa nel corso di Mani Pulite per evitare a una parte del gruppo dirigente del Pci di essere sottoposta allo stesso trattamento che colpì esponenti socialisti e dell’area di centrodestra della Dc).

Ma il Csm gestito dalle correnti presentava un aspetto che andava al di là di quello costituito dal cosiddetto caffè che avrebbe accomunato pm e magistrati giudicanti. Infatti l’attuale Csm unico decide sulle carriere dei magistrati sulla base di una lottizzazione fra le correnti. Sì dà il caso però che tutte le correnti sono guidate da pm. Quindi con l’attuale Csm le carriere dei magistrati giudicanti sono nelle mani dei pubblici ministeri. Esistono tutte le ragioni per cui i garantisti di destra, di centro e di sinistra si ritrovano nel Si indipendentemente dagli schieramenti politico partitici che riguardano questioni diverse da quelle al centro di un referendum che di per sé ha una logica che va al di là degli schieramenti di partito.

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