La perizia del medico legale

Piermario Morosini morto per malattia genetica

Giulio Bucchi

  Piermario Morosini, il 25enne giocatore del Livorno morto il 14 aprile scorso sul campo del Pescara nel match del 35° turno di Serie B, è deceduto per una cardiomiopatia aritmogena di origine genetica. E’ quanto emerge dalla perizia medico legale depositata in procura a Pescara. Come spiega il perito di parte nominato dalla famiglia del calciatore, Cristina Basso, professore associato dell’Università di Padova, "la cardiomiopatia aritmogena da trent'anni è causa di morte di molti atleti". Pur essendoci nei casi di chi ne è affetto, "una predisposizione genetica fin dalla nascita - spiega - la cardiomiopatia aritmogena può comparire successivamente e, come in questo caso, poteva essere da poco insorta". "Non si manifesta e dunque non si riesce a diagnosticarla - continua il perito - non c'erano i presupposti per riconoscerla prima: genera aritmie e la prima manifestazione può essere proprio l’arresto cardiaco". "In alcuni casi ci possono esserci campanelli d’allarme", osserva, ma nel caso di Morosini "no". Se non è possibile una   diagnosi, nel momento in cui la cardiomiopatia aritmogena si manifesta  è importante provare a intervenire con un defibrillatore: "Se si può tentare di fare qualcosa - conclude Basso - in caso di aritmie sicuramente è attraverso l’uso di defibrillatori".