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"Evviva i leccaculo".Per i giudici sono loroi politici più intelligenti

Per il pm un vignettista che ha dato del leccapiedi a un politico non ha commesso il reato di diffamazione: anche lo "yesmanismo" è utile per un tornaconto personale

Andrea Tempestini
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Accusare un politico di leccaculismo? Non è diffamazione, poichè "leccare il culo" è sintomo di intelligenza politica (in parole spicce, può sempre rivelarsi utile per un personale tornaconto). Questa, in estrema sintesi, la decisione di una sentenza di primo grado nella quale, il giudice Massimo D'Arienzo, spiega che le affermazioni "appaiono, comunque, legittimo esercizio del diritto di critica politica” e che quindi “il diritto di critica non si concreta, come quello di cronaca, nella narrazione di fatti, ma si esprime mediante un giudizio od un'opinione che, come tali, non possono essere rigorosamente obiettivi”.  La frase incriminata - Ma passiamo al "leccaculismo" e facciamo il punto di quanto successo. Nel mirino ci è finito il vignettista Davide Sacco, genovese, già collaboratore del Giornale, de Linkiesta e del Foglio. La sua "colpa" è quella di aver espresso sotto pseudonimo, il 12 agosto 2006, pareri poco lusinghieri su Enrico Nan, ex deputato di Forza Italia per quattro legislature e, oggi, coordinatore ligure di Fli. Sacco è stato querelato per una frase postata sul portale di politica savonese www.uominilibero.eu: "L'on. Nan ha perso più battaglie lui che l'Italia a Caporetto! Però è sempre lì, non per capacità ma per...penso che il termine giusto sia leccaculismo, o ancor meglio...yesmanismo”. Leccaculismo nei confronti di chi? Del numero uno del centrodestra ligure, Claudio Scajola. La sottile arte politica - Nan, come risarcimento per la presunta diffamazione subita, chiedeva 100mila euro. Ma Sacco spiegava: "L'avevo già raffigurato nelle vesti di un Napoleone sconfitto e come un capitano che affonda con la nave di Forza Italia, sconfitta alle comunali di Savona con una percentuale bulgara. Eppure ha scelto quelle affermazioni...". Inizialmente Nan aveva chiesto l'archiviazione, ma Nan ha continuato a mandare avanti la querela per diffamazione. Fino alla già citata sentenza di primo grado. Che nelle motivazoni aggiunge: Nan viene definito "il protagonista non di successi ma di sconfitte politiche (Caporetto) che rimane quindi sull'arena non per l'impegno dimostrato (“capacità”) ma per l'intelligenza, non apprezzata, ma comunque anch'essa certamente politica, con cui si relaziona a chi può deciderne il destino nel settore, approvandone le azioni e le richieste”.  Bonario "menaggio" - Secondo la toga, insomma, Sacco non ha diffamato la persona dell'allora onorevole Nan, ma ne ha riconosciuto l'intelligenza politica. La palla ora torna a Nan, che dovrà decidere se presentare ricorso in appello. In parallelo il vignettista Sacco ha continuato la sua attività e ha spiegato: "La mia non è satira cattiva, feroce. Il mio è più un bonario 'menaggio' (presa in giro in genovese, ndr)”.  

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