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Seconda fumata nera: Il Conclave si complica. Sarà Scola contro Scherer?

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 17 marzo 2013

Roberto Formigoni e Angelo Scola

2' di lettura

Altra fumata nera, questa mattina, dal comignolo della cappella Sistina, dove è in corso il conclave per l'elezione del nuovo pontefice. In piazza San Pietro c'era grande attesa e la fumata è stata accolta con grande delusione e da qualche "buuu" da parte dei presenti. Il conclave non pare dunque essere "veloce" come si era detto qualche giorno fa e i 115 cardinali appaiono divisi. In pole-position c'è ancora Angelo Scola che può contare, secondo i calcoli dei suoi sostenitori, su circa 40-45 voti. L'arcivescovo di Milano potrebbe però pagare la sua estrazione ciellina e in particolare i suoi rapporti con l'ex governatore della Lombardia. Il giornale inglese Guardian lo ha scritto senza mezzi termini denunciando "l'amicizia di vecchia data con Roberto Formigoni", ma anche i giornali americani avevano puntato l'indice sulla sua vicinanza a Cl accusando Scola di essere "troppo legato alla politica". "Discuterò di Comunione e Liberazione in Conclave", ha detto il porporato europeo, chiedendo l'anonimato, al Wall Street Journal, che aveva puntato i riflettori sul movimento fondato da don Giussani per i suoi legami col più quotato tra i "papabili". I papabili: chi è il cardinal Ortega   I papabili: chi è il cardinal Ouellet I papabili: chi è il cardinale Dolan I papabili: chi è il cardinale Scherer In realtà, anche se continua ad essere uno dei preferiti, anche il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, avrà il suo da fare nella Sistina sigillata per fronteggiare i malumori di chi lo etichetta come "curiale" per il sostegno dei cardinali di estrazione diplomatica e di chi in alternativa vede meglio il messicano Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara, devoto di Padre Pio. Tra Scola e Scherer si inseriscono gli americani. Un gruppo di undici statunitensi molto coesi che spingono per Timothy Dolan o Sean O'Malley.  Il quorum è fissato a due terzi dei 115 elettori: servono 77 voti per eleggere il Papa e questo rende più facile "bloccare" un nome con la conseguenza che più passano i giorni, più prenderanno forza i cosiddetti "outsider": tra questi l'ungherese Peter Erdo, l'austriaco Christoph Schoenborg, gli italiani Gianfranco Ravasi e Angelo Bagnasco, e il filippino Hong Kong John Tong Hon.    

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