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Matteo Salvini stronca Ramy: "Perché non ti posso dare la cittadinanza. Ti fidi di Di Maio? Io invece..."

di Giulio Bucchi domenica 31 marzo 2019

2' di lettura

Ramy si fida di Di Maio per ottenere la cittadinanza? "Io mi fido della legge, io devo rispettare la legge e farla rispettare". Matteo Salvini risponde così, secco, alla provocazione del 13enne italo-egiziano che all'agenzia Agi ha rilanciato il tema dello Ius soli. Il ministro dell'Interno, arrivando al Palazzo delle Stelline, a Milano, per la presentazione del libro di Mario Giordano L'Italia non è più italiana, ha spiegato: "Sono contento che non ci siano morti e feriti grazie a lui, agli altri ragazzi e ai Carabinieri. Non commento le stragi mancate". Leggi anche: "Caro Ramy, ecco cosa non hai capito". Alessandro Sallusti a valanga sul 13enne eroe Ramy ha accusato il leghista di prendersi meriti grazie all'atto eroico suo e dei suoi compagni di scuola che hanno sventato una possibile strage sull'autobus dirottato dall'autista senegalese Ousseynou Sy sulla Paullese, a San Donato, lo scorso mercoledì. Quel gesto eroico, secondo Ramy, vale di per sé la concessione della cittadinanza italiana a Ramy e agli altri figli di stranieri a bordo dell'autobus. Non solo: dovrebbe essere l'antipasto dell'introduzione dello Ius soli. "Stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso. Purtroppo a stasera non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza" a Ramy", ha tagliato corto Salvini, che ha negato qualsiasi incontro in programma con il ragazzino. "Le cittadinanze non le posso regalare e per dare le cittadinanze ho bisogno di fedine penali pulite. Non parlo dei ragazzini di 13 anni ma non fatemi dire altro. Se qualcuno la cittadinanza non l'ha chiesta e non l'ha ottenuta dopo 20 anni - ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti - fatevi una domanda e datevi una risposta sul perché". "L'eroico gesto di Ramy ha riacceso strumentalmente il dibattito sullo Ius Soli. Ribadiamo che la legge sulla cittadinanza introdotta nel 1992 va bene così com’è e non c’è bisogno di apportare ulteriori modifiche. La cittadinanza si conquista, essendo nati in Italia da genitori immigrati, non con un automatismo ma facendone richiesta alla maggiore età. Per questo, la cittadinanza è l’esito di un percorso non si ottiene come se fosse un premio", ha detto Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl, intervenuto a Mattino 5: "Nessun Paese d’Europa prevede la cittadinanza per nascita".

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