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Dei bambini abusati non importa proprio a nessuno

di Caterina Spinelli domenica 7 luglio 2019

3' di lettura

L' abiezione estrema. Se può esistere un orrore ancora più grande dell' operazione "Angeli e demoni"- la tortura, gli abusi e lo smercio di bambini nel mercimonio demoniaco degli affidi -, questo sta nell' indifferenza geometrica con cui noi cronisti ci stiamo ora occupando del caso. Premetto di avere un figlio di 4 anni che frequenta con gioia l' asilo del "metodo di Reggio Emilia", una sorta di educandato in stile Montessori 4.0 che in anni, dalla regione rossa, ha sfondato nei percorsi educativi dell' intero Occidente civilizzato, impartendo lezioni perfino alle università americane. Ho fiducia in quel metodo e in genere per quegli educatori d' infanzia, mentori d' infinita grazia. Ma se le accuse fossero vere, e se si fosse davvero davanti a un altro "caso Veleno", ad una catena di stupri, plagi, delitti tipo quella dei "Diavoli delle bassa modenese" (c' è perfino di mezzo la stessa onlus) che coinvolge i bambini; be', per una simile mostruosità personalmente non esiterei ad invocare la pena capitale. Ma, a mente fredda, il problema è un altro. È che quando si parla di bambini, di abuso di coscienze gracili e corpi indifesi - il delitto più orribile del mondo - pare che lo sguardo dei media si volga altrove. Per esempio, ora quello sguardo è inesorabilmente fisso sul caso Sea Watch, sull' esaltazione o sull' attacco della capitana tedesca Carola che vìola leggi e blocchi navali col suo carico di immigrati e di ideologia, supportata da robusti titoli di giornali. E un tifo ossessivo antisalviniano proprio per la capitana, è emerso, guarda caso, dai post e dalle dichiarazioni di una delle responsabili del servizi sociali pesantemente coinvolte nell' inchiesta "Angeli e demoni". Tra l' altro quasi tutti i protagonisti di questa storia nefanda hanno a che vedere col mondo dem del territorio e delle cooperative che si sta trasformando per gl' inquirenti, sempre più, in una sorta di labirinto infernale. E voci dalle procure fuggite evocano perfino di affidi "pilotati" a coppie arcobaleno a scapito dei genitori naturali (ma questo non voglio nemmeno pensarlo). Ma sono comunque acclarati i casi di lettere e regali dei genitori mai consegnati ai figli; di ricordi indotti («facciamo il funerale di tuo papà»); di elettrodi applicati al corpo e all' anima. E ci si domanda dove erano i giudici minorili mentre si consumavano questi delitti bestiali. E sicché, si fatica a reprimere il sospetto di un sistema vischioso di connivenze e non detti, di doppi e tripli fili che lasciano intrecciate la morale e gli affari, la politica di territorio e i tormenti delle famiglie. Tra l' altro questa situazione è un devastante deja vu. Per decenni ha fatto parlare la comunità toscana del Forteto, vicinissima al Pci-Pd, nella quale vennero accertati atti di libidine violenta e maltrattamenti nei confronti di minori, alcuni di loro disabili. E soltanto tre mesi fa è stato arrestato il presidente della onlus Mamafrica perché avrebbe costretto un minore ospitato in una casa famiglia in Togo a compiere atti sessuali, tra il 2007 e il 2014, minacciando di allontanarlo dalla struttura se egli non avesse acconsentito ai rapporti. Ora, lungi da noi pensare che gli orchi abbiano una fede politica o un' unica ideologia. Ma è un dato di fatto spiazzante che, ad esempio, per il caso dei bambini emiliani non vi sia stata alcuna levata di scudi, alcun urlo alla luna, alcun j' accuse da parte delle molte celebrities che in queste ore sostengono gli appelli di Repubblica; o che fanno a gara per arrampicarsi sulla Sea Watch onde strappare un selfie accanto ai Delrio, Migliore o Fratoianni, deputati che, in nome della perduta umanità italiana, minacciano di rimanere sulla nave ad oltranza. L' indifferenza, come diceva Landolfi, è davvero l' ultimo terrore riproduzione riservata. di Francesco Specchia

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