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Cardito, l'orrore della bestia che ha ucciso il bimbo di 7 anni: "Aveva rotto il lettino"

di Gino Coala giovedì 31 gennaio 2019

2' di lettura

A far saltare i nervi di Badre Tony Essobti fino a uccidere il piccolo Giuseppe di sette anni è stato un danno alla sponda di legno del lettino nuovo. Il piccolo son sua sorella giocavano a saltare sul letto quella domenica pomeriggio nella loro casa di Cardito, finché la struttura ha ceduto. Il compagno della madre dei bambini, il 24enne italo-tunisino ora rinchiuso nel carcere di Poggioreale, ha dato di matto da subito: ha preso a pugni, schiaffi e bastonate il bambino, oltre a massacrare di botte la sorellina di otto anni, Noemi. Leggi anche: Napoli, il bambino ucciso: arrestato il compagno della madre Davanti al pm Paola Izzo, Essobti è crollato quando ormai era notte fonda. Inutile ormai mentire, i segni sul volto della bambina, per non parlare delle condizioni in cui è stato ritrovato il corpo del piccolo Giuseppe parlavano più di mille verbali. E soprattutto rendono ancora più ridicola la sua prima ricostruzione dei fatti, quando aveva raccontato alla polizia di una caduta accidentale dei bambini giù per le scale. Con la compagna di 31 anni, Valentina Caso, e i suoi tre bambini, l'uomo viveva ormai come una famiglia. O almeno è quello che ha provato a raccontare quando si è detto "dispiaciuto" per quel che ha fatto a Giuseppe: "Gli volevo bene". Sta di fatto che ci ha messo pochissimi minuti per perdere la pazienza davanti ai bambini che facevano chiasso, correvano avanti e indietro per l'appartamento per poi andare a giocare in cameretta: "E lì hanno spaccato la sponda di un letto". E come se non bastasse, poi ha provato a dar peso alla sua giustificazione: "Ma per noi era stato un sacrificio comprare quella cameretta, avevamo fatto sforzi enormi, e quando ho visto che cosa era successo mi sono infuriato". Più che infuriato, l'uomo "sembrava indemoniato", come ha raccontato la sua compagna. Subito dopo aver pestato a morte il bambino, Essobti si è attaccato al telefono, ma non per chiamare un'ambulanza, bensì sua sorella e spiegarle cosa era successo. Lei a sua volta ha chiamato la madre che finalmente si è rivolta al 118, facendo passare minuti probabilmente importanti per salvare la vita del bambino, morto perché era vivace.

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valentina caso

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