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Desirée Mariottini come Pamela Mastropietro, le indiscrezioni agghiaccianti sugli ultimi minuti

di Giulio Bucchi domenica 28 ottobre 2018

2' di lettura

Drogata, mandata in overdose, stuprata quand'era priva di conoscenza, infine soffocata e uccisa. Desirée Mariottini è rimasta vittima dell'orrore del branco di spacciatori africani come Pamela Mastropietro. Le uniche differenze sono l'età (16 anni la prima, 18 la seconda) e lo scempio risparmiato al cadavere della ragazzina di Cisterna di Latina dai tre africani fermati per omicidio (due nigeriani di 27 e 43 anni e un nigeriano di 46, e si cerca un altro complice).  Leggi anche: Desirée, le prime immagini dell'arresto degli spacciatori. Le facce delle bestie Le coincidenze tra i due casi però sono impressionanti. Il passato difficile di entrambe, alle prese con famiglie disintegrate ed esperienze ravvicinate con la droga. Pamela, ammazzata a gennaio a Macerata, era scappata da un centro di recupero e ha incontrato i suoi aguzzini per una dose. Sesso in cambio di stupefacenti, poi il massacro. Desirée, spiega chi la conosceva, era già andata a San Lorenzo e conosceva gli spacciatori-mostri, anche se forse non era mai entrata nel capannone di via dei Lucani dov'è stata stordita, abusata e ammazzata. Secondo la migliore amica, di Cisterna, era andata a Roma per recuperare il telefonino che aveva venduto a chi l'ha uccisa. La versione però non convince appieno, appare forse un modo, commovente, per difendere la memoria della vittima. Il padre di Desirée, preoccupato, ha parlato delle amicizie pericolose della figlia con alcuni spacciatori immigrati di Cisterna e di Latina. La ragazza frequentava da qualche mese un Sert dopo essere stata accusata di spaccio di stupefacenti da due coetanee. Sbandamenti giovanili, causati anche da una situazione famigliare complicata (viveva con la madre, la sorellina di 4 anni e la nonna, che la seguiva più di tutti, mentre al padre, anche lui nei guai per spaccio, era stato imposto il divieto di avvicinamento a moglie e figlia). Il pomeriggio in cui ha trovato la morte ha telefonato alla nonna, non con il suo telefono, per avvisare che sarebbe rimasta a dormire a Roma da un'amica. L'ultima bugia: non sapeva cosa l'attendeva in quel "buco nero" nel cuore della capitale.

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