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Stupri, furti, estorsioni: il documento sugli immigrati. Tutti i loro orrori: ecco perché l'invasione va fermata

di Eliana Giusto domenica 11 febbraio 2018

3' di lettura

C' è qualcosa di peggiore di uno Stato privo di frontiere, di limiti, di protezioni, che accoglie sul suo territorio chiunque e senza alcun controllo. Ed è uno Stato che non espelle nessuno di quelli che ha inglobato, i quali continuano a permanere dentro i suoi labili confini anche quando non ne hanno diritto o persino qualora si macchino di efferati crimini. Così è la nostra Italia, abbraccia e trattiene, ingurgita e non digerisce. Esplode, anzi implode. Ma fa finta di niente. Leggi anche: Matteo Salvini a Libero: "Le due carte con cui vincerò le elezioni" È una prassi consolidata nascondere la polvere sotto il tappeto, puntando il dito contro chi osa opporsi, indicandolo quale «populista» o «razzista», termini sempre più in voga. Ma c' è qualcosa che non si può truccare, né confutare, e sono i dati, che fotografano una realtà che ci è sfuggita di mano da un bel pezzo. Guarda la Tabella Dai dati del Ministero dell'Interno emerge un quadro tutt'altro che confortante. Considerando il rapporto tra crimini e percentuale di popolazione residente, risulta che gli stranieri che vivono in Italia, pur essendo di gran lunga inferiori al numero di italiani, commettono più reati di questi ultimi: il 55% dei furti, il 51,7% dello sfruttamento della prostituzione e della pornografia minorile, il 45,7% delle estorsioni, il 45% dei furti in abitazione e il 41,3 per cento di ricettazioni avvengono ad opera di immigrati. PROPORZIONE ELOQUENTE Sempre stando ai dati del Viminale, nei primi sei mesi del 2017 le violenze sessuali sono state 2.333. Nel 2017 sono stati denunciati per stupro 1.534 italiani e 904 immigrati. La proporzione è schiacciante. Nel periodo 2010-2014, il 39% delle violenze sessuali nel Bel Paese è stato compiuto da stranieri. Il ministro dell' Interno ha riferito i dati aggiornati al 31 luglio 2017 sui reati commessi da stranieri. Sul totale delle segnalazioni riferite a persone denunciate/arrestate dal 2016 al 31 luglio 2017, pari a 839.496, quelle riguardanti stranieri sono 241.723. Se poi confrontiamo il rapporto tra denunce/arresti al numero della popolazione residente, siamo al 4,78% degli stranieri contro l' 1,07% degli italiani. Anche le nostre carceri esplodono. Secondo i dati del Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria (Dap), aggiornati al 30 novembre 2017, i cittadini immigrati rappresentano circa l' 8,3% della popolazione italiana (5.026.153, più un milione di irregolari), ma costituiscono anche il 34% del totale dei detenuti. Sono 58.115 i carcerati italiani e stranieri (20 mila), di cui 8.524 in Lombardia, di questi 4 mila sono stranieri nella sola Lombardia. La situazione italiana circa la detenzione di popolazione immigrata è superiore alla media europea di oltre 11 punti percentuali (32% al 2015), 4 punti in più rispetto alla Germania che detiene uno dei tassi più bassi nell' area dell' Unione europea. La maggiore nazionalità presente è quella africana con 9.979 detenuti nel 2017 su un totale di 19.745 a dicembre 2017. PRIMATO EUROPEO La mancanza di rimpatri dei detenuti stranieri concorre al grave problema del sovraffollamento delle carceri italiane, che rende impossibile la realizzazione di un trattamento individualizzato di recupero del reo, che dovrebbe costituire l' obiettivo principe della detenzione. L' associazione Antigone nel 2016 ha denunciato un tasso di sovraffollamento del 113 per cento in Italia nonché che ogni detenuto non disporrebbe neanche di quei 3 mq previsti dalla legge. Del resto, la stessa Corte europea dei diritti dell' uomo ha più volte condannato l' Italia per «trattamento inumano e degradante» dei carcerati proprio a causa del sovraffollamento. «Lo scenario descritto da questi dati deve farci riflettere sul futuro dell' Italia. Abbiamo bisogno della presenza dello Stato, che oggi viene percepito dai cittadini come assente. Ma soprattutto mancano scelte di buonsenso, fondamentali da parte di un governo che dovrebbe agire con la diligenza del buon padre di famiglia. Assistiamo, al contrario, in nome di un finto buonismo, ad una continua ed ormai insostenibile accoglienza, che crea poi situazioni limite», commenta Angelo Ciocca, deputato del Parlamento europeo, gruppo Enl, Lega Nord. di Azzurra Noemi Barbuto

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