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Pamela Mastropietro, che fine ha fatto il cuore: i nigeriani e il trapianto, il botta e risposta di Vittorio Feltri

di Giulio Bucchi domenica 18 febbraio 2018

3' di lettura

Pubblichiamo la lettera inviata a Libero dal dottor Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti, e la risposta del direttore Vittorio Feltri. Al Direttore di Libero Quotidiano. Gentilissimo Direttore, in riferimento a quanto riportato dal dott. Vittorio Feltri nel suo editoriale dell' 11 febbraio scorso (cito testualmente: «A Macerata un branco di subumani ha fatto a pezzi una ragazza oca, drogata fino al midollo, e ne ha occultato il cuore. Forse è stato venduto sul mercato nero che lo valuta, se buono, 100mila euro»), sottopongo alla Sua attenzione alcune osservazioni formulate anche da colleghi della Rete Nazionale Trapianti. Nell' editoriale, infatti, si presuppone che il cuore possa essere prelevato (e poi utilizzato a scopo di trapianto) in assenza delle principali condizioni necessarie per farlo, come una sala operatoria attrezzata e sterile, il funzionamento di macchine cuore-polmone (dette ECMO), i respiratori, ecc Queste condizioni sono presenti negli ospedali di medio e alto livello dove avvengono le donazioni di organi e possiamo affermare con certezza che non potevano essere messe in atto nell' appartamento di Macerata. Inoltre, come saprà, gli organi prelevati hanno un tempo massimo di vitalità per essere trapiantati; per il cuore, se conservato in modo appropriato, il tempo di ischemia è pari a sei ore. La seconda osservazione riguarda la supposta vendita del cuore (tra l' altro privo del necessario liquido sterile di conservazione). Nel nostro Paese non esistono reti clandestine impegnate nel traffico illecito di organi; nessun organo in Italia può essere prelevato o utilizzato a scopo di trapianto. In questi termini, anche il prezzo indicato per la vendita del cuore risulta del tutto fantasioso e privo di ogni riferimento. Alla luce di queste poche argomentazioni posso affermare che siamo di fronte ad una fake news, forse illustre, ma pur sempre fake. Queste notizie false possono seriamente danneggiare il nostro sistema trapianti, uno dei migliori in Europa; queste affermazioni possono mettere a rischio la donazione degli organi che consente di curare gratuitamente ogni anno più di 4000 persone. La donazione di organi, un atto libero, consapevole, gratuito e anonimo, si fonda principalmente sulla fiducia dei cittadini: senza questa fiducia, minacciata da dichiarazioni false, non potremmo curare i circa 8.000 malati in attesa di ricevere un trapianto. A questo proposito le chiedo se fare un cattivo servizio alla donazione di organi ha qualche utilità? Oppure danneggia chi ne ha veramente bisogno? dott. Alessandro Nanni Costa Direttore Generale Centro Nazionale Trapianti Illustre dottore, nel mio articolo di commento ai fatti di Macerata non ho affatto divulgato una falsa notizia (l'espressione fake news la lascio a lei) ma ho semplicemente lanciato una ipotesi paradossale. E cioè che gli assassini nigeriani, avendo estirpato il cuore alla ragazza, nella loro ignoranza pensassero di poterne ricavare un vantaggio economico. Altrimenti il loro comportamento non avrebbe ancora una spiegazione. Ma il tono delle mie parole era tale da far risultare netta l' assurdità dell' accaduto. So benissimo, e lo sanno i lettori, che i trapianti non si eseguono sul terrazzo di casa bensì in sala operatoria. Però, se una banda di idioti sanguinari fa a pezzi una ragazza, forse si illude di guadagnare del denaro. Non capisco il motivo per cui se la prenda con me solo perché mi sono limitato a sottolineare l' insensatezza di un delitto crudele e tuttora dal movente misterioso. Non importa. Pubblichiamo la sua lettera volentieri nella speranza sia fugato ogni eventuale dubbio sulla limpidezza del mio pezzo. di Vittorio Feltri

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