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"È la droga del combattente". Maxi-blitz nel porto italiano: così l'Isis fa gli affari in Italia

di Giovanni Ruggiero domenica 5 novembre 2017

1' di lettura

Blitz dell'antimafia di Reggio Calabria al porto di Gioia Tauro dove sono state sequestrate 24 milioni di pastiglie del farmaco tramadolo che, venduto al dettaglio, avrebbe fruttato 50 milioni di euro sul mercato nero nord africano e medio orientale. Il farmaco era arrivato al porto di Gioia Tauro dall’India ed era diretto in Libia. Il tramadolo è una sostanza oppiacea sintetica, il cui uso è stato ripetutamente accertato negli scenari di guerra mediorientali, tanto da essere soprannominato droga del combattente, essendo utilizzato sia come eccitante, sia per aumentare le capacità di resistenza allo sforzo fisico. Secondo le informazioni condivise con fonti investigative estere, il traffico di tramadolo sarebbe gestito direttamente dall’IS (DAESH), al fine di finanziare le attività terroristiche che l’organizzazione pianifica e realizza in ogni parte del mondo e che parte dei proventi illeciti derivanti dalla vendita di tale sostanza, sarebbero destinati a sovvenzionare gruppi di eversione e di estremisti operanti in Libia, in Siria ed in Iraq.

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