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Genova, la rivolta del quartiere Multedo: "No al centro di accoglienza nell'asilo"

di Zaccardi Michele domenica 22 ottobre 2017

2' di lettura

Tra ville e case popolari, è andata in scena la protesta degli abitanti del quartiere Multedo, Ponente genovese, 4mila abitanti, per l'arrivo di 12 immigrati, ospitati nell'asilo donato alla comunità da una contessa e chiuso da tempo. La zona, un passato signorile, ha subito il rapido sviluppo industriale del dopoguerra, con i suoi rivolgimenti sociali e urbanistici. Alle case della ricca borghesia genovese si sono affiancati capannoni e strutture commerciali di supporto all'attività portuale. Un quartiere diventato simile alle periferie delle più grandi città italiane, e al quale erano stati assegnati oltre 50 migranti, poi ridotti a 12 grazie alla mediazione del sindaco di centrodestra, Marco Bucci, che in cambio ha promesso opere di riqualificazione urbana. Ma non è bastato a far desistere i residenti, sul piede di guerra per l'arrivo dei nuovi ospiti dell'asilo. Striscioni, fiaccolate, blocchi dello svincolo autostradale, e un presidio permanente di decine di cittadini davanti al cancello dell'ex casa dell'infanzia. Don Giacomo Martino, gestore dell'asilo adibito a centro di accoglienza a causa della mancanza di strutture, dice che la convivenza è difficile. "I ragazzi hanno ovviamente capito che la gente è contro di loro. E sono un po' spaesati", racconta il religioso a La Repubblica. A gettare benzina sul fuoco ci hanno pensato la Fiom e la sinistra radicale, con una contro-manifestazione a favore dell'accoglienza. E beccandosi le accuse di fascismo da parte degli abitanti di Multedo. Anche il cardinale Angelo Bagnasco è intervenuto sulla vicenda, in un'inedita alleanza con la sinistra più oltranzista. "Bisogna soltanto guardare i fatti senza paura, senza pregiudizio, le cose non sono spaventose come qualcuno le ha rappresentate". Per martedì prossimo è in programma una manifestazione alla quale parteciperà anche Casa Pound, a fianco dei cittadini genovesi che vogliono tutelare la loro città. E già un nuovo cartello è spuntato nel quartiere della discordia: "Multedo non si piega alla mafia ecclesiastica". Un attacco alle posizioni di apertura della Chiesa.

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