Si erano sposate appena due anni fa. Anzi, meno, nel settembre 2012. Avevano i fiori, si erano scambiate l'anello, baciate davanti ai fotografi. E per l'occasione avevano portato anche le loro due bambine, Nina e Cloe, che allora avevano appena sei mesi. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che aveva appena varato il registro delle unioni civili nel capoluogo lombardo, colse la palla al balzo e volle essere presente, in qualità di "officiante", all'apposizione delle firme delle due spose nell'apposito registro. Già, perchè una delle due donne era una vip: Francesca Vecchioni, figlia del cantautore Roberto, che "prendeva in sposa" Alessandra Brogno. Ora le due hanno deciso di separarsi e Francesca Vecchioni ha voluto raccontare la fine della sua storia con Alessandra sul settimanale "Oggi" in edicola domani per i particolari risvolti sociali e di costume che riveste in tema di unioni gay. "Le bimbe sanno che Alessandra è la loro madre, ma per lo Stato italiano lei non è nessuno. L’unica a essere riconosciuta legalmente sono io, come madre biologica", dice. "Purtroppo i diritti delle nostre figlie e i nostri, così come i doveri che abbiamo verso di loro, ce li dobbiamo garantire da soli. In un momento difficile come quello di una separazione solo la buona volontà e l’impegno delle persone possono colmare un vuoto legislativo enorme".