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Mose, il sistema delle mazzette del Pd

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 15 giugno 2014

2' di lettura

Nuovi avvisi di garanzia in arrivo per il Pd. Figura centrale di questo nuovo filone dell'inchiesta Mose è il dirigente del partito Lino Brentan, classe 1948, ex amministratore delegato di Autostrade Venezia-padova: per la procura e ben tre testimoni sarebbe il mazziere che ha smistato le tangenti al Pd tra il 2007 e il 2009. Come quelle per l'appalto della "mitigazione" della terza corsia della tangenziale Venezia-Mestre assegnate, senza aver vinto la gara (ma solo perché la vincitrice viene esclusa per motivi formali) dalla Sacaim di Mauro Scaramuzza che ha rivelato agli inquirenti di aver dato per questo 65 mila euro a Brentan. Un sistema che potrebbe essere stato replicato anche in altre occasioni. Scaramuzza sostiene infatti che Brenta si muoveva così per creare "una scorta per il Pd veneziano". Il conto del partito - Il dirigente democratico davanti ai giudici nega di aver ricevuto soldi da Scaramuzza tranne che in un'occasione. "Prima della campagna elettorale", racconta Brentan, "Scaramuzza è venuto da me dicendo di voler dare un contributo alla campagna elettorale". Brentan sostiene di aver detto all'imprenditore della Sacaim di versare i soldi sul conto del partito, ma lui gli avrebbe portato una busta con dentro 12 mila euro. Il giudice che ha interrogato Brentan gli ha fatto notare che sembra un "finanziamento in nero". E lui ha confermato. Da parte sua Scaramuzza rivela che "verso la fine dell'appalto Brentan, visti i rapporti che avevamo, mi manifestò tutta la sua amarezza per la mancata riconoscenza che il partito dimostrò nei suoi confronti dopo che lui gli aveva procurato questo finanziamento". Quella campagna elettorale era per le elezioni della Provincia di Venezia e il candidato del Pd era Davide Zoggia, fedelissimo di Pierluigi Bersani, oggi parlamentare.

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