Liberi tutti. Dovranno essere riviste al ribasso le pene definitive per i piccoli spacciatori di droga condannati in via definitiva, pene inflitte nel periodo in cui era in vigore la legge Fini-Giovanardi, dichiarata incostituzionale lo scorso febbraio. È quanto hanno stabilito le sezioni unite penali della Cassazione, chiarendo così le ricadute della pronuncia della Corte Costituzionale, a seguito della quale è tornata in vigore la legge Iervolino-Vassalli. Una decisione che potrebbe avere ripercussioni anche sul numero dei detenuti nelle carceri italiane, ma non si stima ancora in che misura: "E’ appena entrata in vigore una nuova legge che stabilisce che lo spaccio di qualsiasi sostanza, sia cannabis o eroina, comporta la reclusione da sei mesi a quattro anni. Quest’intervento -spiega l’ex senatore Carlo Giovanardi- potrà forse avere ripercussioni sul sovraffollamento carcerario, ma non saprei quantificare in che misura". La suprema Corte - presieduta dal primo presidente Giorgio Santacroce - ha accolto il ricorso della procura di Napoli contro la decisione del tribunale, che aveva negato ad un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena a seguito della sentenza della Consulta che nel 2012 aveva dichiarato incostituzionale la norma della Fini-Giovanardi che vietava la concessione delle circostanze attenuanti prevalenti nel caso di recidivi.