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Merito e le quote rosa: un lettore contro le contraddizioni di Renzi

di Giulio Bucchi domenica 20 aprile 2014

2' di lettura

Come combinare meritocrazia, quote rosa e nomine pubbliche? Difficile, anzi impossibile. Eppure anche dopo la scelta di tre presidenti donna in tre partecipate il premier Matteo Renzi ha proseguito lungo questa scivolosissima linea parlando di "best practice". Eppure molti lettori ed elettori, fieramente liberali, non la pensano come lui. A titolo di esempio, ecco la lettera al premier pubblicata sul sito Libertates.com / Comitati per la libertà dal giornalista Ernesto Vergani. Caro Signor Presidente Renzi, mi sembra anti-democratico e anti-meritocratico candidare solo donne come capolista alle prossime elezioni europee. Se un uomo è un genio della politica, lo si candida comunque come secondo in lista dopo una donna? A questo punto, anche Lei, Presidente Renzi, potrebbe dimettersi e proporre come presidente del Consiglio una donna. Una delle derive della democrazia, a mio parere, è annientare la sana e libera competizione in nome delle pari opportunità (che pure sono sacrosante). Come ci hanno insegnato prima i Greci per arrivare ai padri degli Stati Uniti d’America, la democrazia è fondata sulla responsabilità dell’individuo, sulla libertà, sul merito, persino sulla felicità del singolo che ha successo. Voglio essere preceduto da una donna, da un anziano, da un gay per una sola e giusta ragione: perché sono più bravi di me. La democrazia – la Civiltà con la c maiuscola – è il bene più grande che ci ha consegnato la Storia: solo l’individuo, la libertà e il merito la sosterranno e la proteggeranno dalle dittature, dai totalitarismi e dai periodici andamenti negativi dell’economia globale. La democrazia è l’evoluzione dell’Aristocrazia (anche qui quella vera, quella con la a maiuscola, per cui gli aristocratici etimologicamente dovrebbero essere letteralmente i migliori) – aristocrazia i cui principi sono lealtà e onore (quest’ultimo etimologicamene da “honus”, “peso”; qualcosa che si vede, che quasi si pesa con le mani; qualcosa che spiritualmente ricorda il valore e l’affermazione di una persona). La partita si disputa lealmente, con regole del gioco certe: vince il migliore. Cordialmente. Ernesto Vergani

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