Una tregua nell'assedio giudiziario a Silvio Berlusconi. I giudici della corte d'appello di Milano hanno accolto la richiesta del procuratore di Milano Daniela Meliota e dichiarato la estinzione del reato per intervenuta prescrizione nei confronti del leader di Forza Italia e del fratello Paolo Berlusconi, imputati per rivelazione di segreto d’ufficio nel processo con al centro la pubblicazione dell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, quella con la celebre frase "allora abbiamo una banca". La telefonata venne pubblicata sul Giornale quando era ancora coperta dal segreto istruttorio durante la scalata a Bnl da parte di Unipol. In primo grado, Silvio Berlusconi era stato condannato nel marzo scorso ad un anno di reclusione, mentre due anni e tre mesi erano stati inflitti a Paolo Berlusconi. Nel suo brevissimo intervento, il pg aveva sottolineato che, nel caso in cui "la prova dell’innocenza appaia di tutta evidenza", gli imputati dovrebbero essere assolti nel merito nonostante la prescrizione. "E' un non senso giuridico dire che c'è l’evidenza della conclamata innocenza dei due imputati", ha però spiegato la rappresentante della pubblica accusa, per la quale "l'unica conclusione possibile" è quella di dichiarare prescritti i reati. La corte ha però confermato il risarcimento di 80 mila euro a favore dell'allora segretario del Pd Fassino, ritenendolo parte effettivamente lesa dalla divulgazione del contenuto della telefonata con Consorte.