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Perizia psichiatrica, ecco il profilo psicologico della mamma di Loris

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 14 dicembre 2014

4' di lettura

Veronica Panarello sarà interrogata questo pomeriggio alle 15 nel carcere di piazza Lanza di Catania. La venticinquenne, in carcere da due giorni con l'accusa di aver ucciso il figlio Loris di otto anni, dovrà rispondere alle domande del gip del Tribunale di Ragusa che poi deciderà se accogliere la richiesta di convalida dei pm per omicidio aggravato e occultamento di cadavere, oppure convalidare il fermo ma non disporre la misura cautelare, o addirittura non convalidare il fermo se non dovesse ravvisare gravi indizi di colpevolezza. Di certo c'è il ritratto psicologico di Veronica segnato da tre tentativi di suicidio (il primo all’asilo), antiche denunce, manie di persecuzione e racconti di presunti stupri o addirittura rapimenti. Tanto che la difesa chiederà la perizia psichiatra. Secondo quanto anticipato da Repubblica l'avvocato Francesco Villardita punta a far riconoscere la seminfermità mentale. Come a dire che, nel caso fosse accertata la responsabilità di Veronica, potrebbe averlo fatto in un momento di pazzia. E quindi potrebbe prefigurarsi una seminfermità mentale o, come è accaduto per Annamaria Franzoni del caso Cogne, l' ipotesi che la madre possa avere ucciso e puoi rimosso dalla sua testa il delitto. Circostanza che ha evitato alla Franzoni l' ergastolo. I presupposti ci sono tutti. Il ritratto che viene fuori dalle venticinque pagine del decreto di fermo è desolante. I verbali degli interrogatori della madre Carmela Anguzza e della sorella Antonella, riporta Libero in edicola oggi 11 dicembre 2014, tratteggiano il quadro di una giovane donna instabile, inaffidabile, con forti disturbi di carattere e con alle spalle una vita passata fra dubbi sull’identità del vero padre e rapporti burrascosi in famiglia. Violenta - Veronica, secondo la madre Carmela, sarebbe sempre stata una ragazza violenta: "Io e mio marito ci siamo subito accorti che sin da bambina soffriva di manie persecutorie - ha raccontato agli investigatori - che era una bambina aggressiva e violenta sin dall’età di sette anni, tanto che quando ci trovavamo in Liguria l’abbiamo fatta seguire e curare da uno psicologo, ma col passare degli anni si è rifiutata di sottoporsi alle visite specialistiche". E poi ci sono i tre tentativi di suicidio. Il primo, racconta Alberto Salmonà su Libero, risale a quando era ancora una bambina: "So che Veronica - ha raccontato la sorella Antonella durante un interrogatorio - quando era più piccola e abitavamo ancora in provincia di Savona, voleva buttarsi dalla finestra dell’asilo che frequentava". E ancora. "Nel 2003 - ha spiegato la madre - tentò il suicidio ingerendo della candeggina solamente perché aveva litigato con i suoi compagni di scuola". L’anno seguente un altro tentativo "a circa 200 metri dalla casa dove abitavamo", ha specificato la sorella. Cioè in una zona di campagna non lontana dal luogo dove è stato ritrovato il corpo di Loris. I pm scrivono che l’episodio sarebbe avvenuto "a seguito della scoperta di una relazione extraconiugale intrattenuta dalla madre": a quel punto, Veronica sarebbe andata "a riferire tutto al padre e avendo ricevuto dallo stesso per tutta risposta uno schiaffo, in preda allo sconforto si recava nei pressi di una serra e cercava di impiccarsi con un tubo per l’irrigazione". È sempre la madre della ragazza, poi, a rivelare agli inquirenti che, in quella occasione, dopo essere stata ricoverata all’ospedale di Ragusa, Veronica le telefonò chiedendole di andarla a riprendere "perché mentre era sotto l’effetto di psicofarmaci, sarebbe stata violentata da un infermiere". Il tradimento - Due anni prima, la Panarello, a quel tempo adolescente, aveva già denunciato un uomo che stava frequentando: "In una occasione - ha rivelato la madre - Veronica tornò a casa piangendo e mi disse che era andata a casa di questi che aveva provato a violentarla, ma è riuscita a divincolarsi scappando". Anche gli ultimi anni, quelli con il marito Davide, non sono stati semplici. Né fedeli. "Nel 2006 - ha spiegato la madre Carmela - Veronica mi telefonò piangendo... che il marito l’aveva picchiata perché l’aveva accusata di una relazione che aveva avuto con tale..., fidanzato della sorella di David (il marito n.d.r.). Nell’occasione mia figlia, sebbene avesse negato con il marito, mi confessò che in effetti aveva avuto un rapporto carnale con... all’epoca fidanzato di sua cognata". Dai verbali emergono poi rapporti tesi soprattutto fra le due sorelle Panarello. "Veronica ha detto al carabiniere che non aveva né fratelli né sorelle", dice Antonella agli inquirenti. Antonella ha poi parlato dell'esistenza di un cellulare segreto in possesso di Veronica. Adesso gli inquirenti sono sulle tracce del cellulare che potrebbe contenere foto e video di Loris.  La sceneggiata - E sempre Antonella che accusa la sorella di aver messo in piedi una sorta di sceneggiata a proposito delle fascette: "Veronica era sdraiata sul divano, ha chiesto alla maestra se fosse vero che a scuola stavano facendo degli esperimenti di scienze. Ottenendo risposta affermativa la stessa chiedeva di che tipo di esperimenti si trattasse: la maestra raccontava che si trattava di esperimenti fatti con la carta, con la colla e con l’acqua. A questo punto Veronica diceva che per fare tali esperimenti, Loris aveva chiesto della fascette di plastica. La maestra, sorpresa, ribadiva che la scuola non aveva chiesto nessuna fascetta anche perché tali oggetti sono pericolosi per i bambini. A quel punto Veronica rivolgendosi al marito diceva: Davide vai a prendere le fascette. Davide è andato nello sgabuzzino ed è tornato con un pacchetto di fascette, che era aperto e ne mancavano almeno la metà: ricordo che erano fascette bianche e lunghe. A questo punto Veronica, nonostante poco prima si fosse collassata, si è alzata di scatto, ha strappato le fascette dalle mani di Davide e le ha consegnate alla maestra dicendo: queste sono le fascette che mi aveva chiesto Loris. La maestra le prese ribadendo che non aveva chiesto a Loris alcuna fascetta".

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