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Yara, altre tracce di Dna sui vestiti della vittima. Possibile un nuovo test

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 29 giugno 2014

2' di lettura

Nessun falso negativo, nessun profilo biologico incerto, i Ris di Parma non hanno alcun dubbio sulla corrispondenza tra il Dna di ’Ignoto 1’ e quello di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, ma sono pronti a ripetere il test, se servisse. Nella relazione consegnata dai Ris, chiamati dopo il ritrovamento della vittima ad analizzare i suoi indumenti, si spiega come sugli slip e sui leggings ci sia una traccia ematica che ha consentito di estrapolare un «profilo genotipico maschile» classificato come quello di ’Ignoto 1’. Dna di ottima qualità - L’importanza investigativa è data «soprattutto perchè è stato isolato in un’area attigua ad uno dei margini recisi dell’indumento. Non è illogico supporre che tale evidenza possa essere contestualizzata all’aggressione subita dalla ragazza». La coltellata che trancia di netto entrambi gli indumenti, e con cui probabilmente si ferisce il presunto assassino, porta a escludere che si tratti di «un fugace maneggiamento degli indumenti, apparendo di contro analiticamente confortata l’evidenza che a produrre le tracce sia stato un fluido abbondantemente cellularizzato e non compatibile con altre sostanze organiche notoriamente poco ricche di Dna (sudore, urina, lacrime, touch evidence). Nella relazione si legge ancora come «appare irragionevole pensare di associare ad un eventuale falso negativo su un test diagnostico un profilo genotipico straordinariamente di ottima qualità come è quello relativo al suddetto campione». Il Dna di Ignoto 1 è stato trovato in «quantità abbondante sugli slip e sui leggings» della vittima, «sono stati estratti diversi campioni, alcuni migliori, altri meno», e l’analisi è stata «ripetuta in quattro diversi laboratori» per cui «è sicuro» che il Dna di Ignoto 1 corrisponde «a quello di Bossetti», ha detto il pm di Bergamo Letizia Ruggeri titolare dell’inchiesta su Yara Gambirasio. Test ripetibile - Il confronto del Dna tra quello trovato sugli indumenti della vittima e quello del presunto colpevole «è ripetibile». In pratica gli indumenti della ragazza, conservati dal 2011 nei laboratori del Ris di Parma, rivela Repubblica citando fonti investigative, presentano ancora tracce biologiche, attigue a quelle già "lavorate" e per questo non più utilizzabili, da cui pure sarebbe possibile procedere all'ennesima estrazione del Dna, utile a nuovi esami qualora necessari in un futuro prossimo. Dopo il Dna, obiettivo degli investigatori è quello di trovare un terzo elemento probatorio in grado di collegare ulteriormente - e ancora una volta con la forma della scienza - Bossetti alla scena del crimine.  Gli sms di Yara - Inoltre spuntano altre ipotesi sugli ultimi momenti di vita di Yara: secondo gli investigatori la 13enne sarebbe stata in macchina con il suo assassino proprio mentre scambiava dei messaggi sms con la sua amica Martina. Tre sms, prima che Yara scomparisse per sempre: una circostanza che fa pensare al fatto che la piccola non si sentisse in pericolo al fianco del killer, che evidentemente aveva conquistato la sua fiducia.

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