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Papa Francesco a Scalfari: "Dio perdona chi segue la propria coscienza"

La lettera del Pontefice a "Repubblica": risponde alle domande di Barbapapà
di Ignazio Stagno domenica 15 settembre 2013

2' di lettura

Papa Francesco scrive una lettera a Repubblica e si rivolge ad Eugenio Scalfari. Il fondatore del quotidiano romano aveva posto alcuni dilemmi sulla fede e sulla laicità. "Mi chiede se il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede"; "la questione per chi non crede in Dio sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza", spiega il Santo Padre. Il Pontefice continua ad analizzare i quesiti di Scalfari: "Ascoltare e obbedire alla coscienza significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire". Questione ebraiaca - Poi Scalfari chiede anche una spiegazione sulla questione ebraica. Dio promise agli ebrei una terra, si devono sentire traditi? "Cosa dire ai fratelli ebrei circa la promessa fatta loro da Dio: è essa del tutto andata a vuoto? E' questo - continua Papa Francesco - un interrogativo che ci interpella radicalmente, come cristiani, perché, con l'aiuto di Dio, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, abbiamo riscoperto che il popolo ebreo è tuttora per noi la radice santa da cui è germinato Gesù. Anch'io molte volte nella preghiera ho interrogato Dio, in modo particolare quando la mente andava al ricordo della terribile esperienza della Shoah. Le posso dire che mai è venuta meno la fedeltà di Dio all'alleanza stretta con Israele e che, attraverso le terribili prove di questi secoli, gli ebrei hanno conservato la loro fede in Dio. E di questo, a loro, non saremo mai sufficiente mente grati, come Chiesa ma anche come umanità". L'Apocalisse -  Infine il Papa risponde anche sull'apocalisse. "Quando l'uomo sparirà dalla Terra nessuno penserà più a Dio, quindi sarà morto con l'umanità?", chiede Scalfari. E il Papa: "La grandezza dell'uomo sta nel poter pensare a Dio. Ma il rapporto è tra due realtà. Dio non è un'idea, sia pure altissima, frutto del pensiero dell'uomo. Dio è realtà con la R maiuscola. Dio non dipende dal nostro pensiero. Del resto, anche quando venisse a finire la vita dell'uomo sulla Terra - e per la fede cristiana, in ogni caso questo mondo così come lo conosciamo è destinato a venir meno - , l'uomo non terminerà di esistere e, in un modo che non sappiamo, anche l'universo creato con lui". (I.S.)

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