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Regione Lombardia, Berlusconi: "Resterà al Pdl, non potrà andare alla Lega"

di Giulio Bucchi sabato 3 novembre 2012

Berlusconi e Maroni

2' di lettura

"Non possiamo lasciare la Lombardia alla Lega". Silvio Berlusconi dichiara guerra a Bobo Maroni e lo fa partendo dalla poltrona che fino a poche settimane fa è stata del governatore Roberto Formigoni. Dopo lo scandalo dell'arresto per 'ndrangheta dell'assessore alla Casa Domenico Zambetti, che ha causato la crisi irreversibile della maggioranza e la caduta della giunta al Pirellone, la Lega aveva messo in chiaro le proprie ambizioni, con tanto di primarie e candidatura ufficiale del segretario Maroni al ruolo di governatore. Una partita tutta da giocare, a conferma che i rapporti tra Lega e Pdl sono tutt'altro che tranquilli. In un colloquio con Bruno Vespa per il libro Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e potere da Mussolini a Beppe Grillo, in uscita per Mondadori Rai Eri giovedì 8 novembre e di cui fornisce alcune anticipazioni, Berlusconi ha confessato di non voler lasciare il governo di una regione cruciale come la Lombardia. Chiede Vespa: "Dopo il Piemonte e il Veneto, lei sarebbe propenso a lasciare alla Lega anche la Lombardia?". "Deciderà l'ufficio di presidenza del nostro movimento ma escludo che si arrivi a una scelta del genere. La Lega ha già la presidenza di due regioni importantissime (Piemonte e Veneto, ndr). E' impossibile che il Popolo della Libertà possa rinunciare anche alla Lombardia". "Tuttavia - replica il giornalista -, state immaginando una legge elettorale che salvi la Lega dalla tagliola del quorum". "C'è l'ipotesi che la soglia del 5% non valga per i partiti che, in almeno tre regioni, superino il 15 per cento". La chiave Albertini - Si ripartirà da queste basi, ma più che una ricerca di intesa quello tra Pdl e Lega rischia di diventare un braccio di ferro. A meno che il nome dell'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, equivicino a Pdl e Lega, non riesca nel miracolo di mettere d'accordo i litiganti. Difficile, quasi impossibile, perché pochi minuti dopo l'agenzia con le parole di Berlusconi il segretario federale lombardo del Carroccio Matteo Salvini precisa: la Lega Nord non appoggerà la candidatura di Albertini alla presidenza della Regione Lombardia. "Il primo sponsor di Albertini - attacca Salvini - sono Formigoni e Comunione e liberazione. Se la Lombardia, pur ben amministrata, ha bisogno di un cambiamento, il cambiamento non è Formigoni: Formigoni e Albertini sono il vecchio". Ed è proprio Formigoni che con un tweet non ci sta e rimette in corsa Albertini per il Pdl. "Il Pdl sarà unito in Lombardia. Albertini è il candidato e con lui si vince". Dunque il govenatore uscente continua a sostenere nonostante il no del Carroccio l'ex sindaco di Milano per una candidatura alle regionali. E far salire ulteriormente la temperatura ci ha pensato anche Maroni che su facebook, riprendendo anche le parole di Marco Reguzzoni ha scritto :  "I nostri ideali non sono in vendita,  e alla fine ride bene chi ride ultimo. Berlusconi sbaglia perchè ne fa una questione di poltrone e non di ideali".

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