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La casta salva i Fioritopoi stanga i giornalia colpi di multe e rettifiche

di Matteo Legnani sabato 27 ottobre 2012

1' di lettura

  Mentre il Parlamento boccia il commissariamento delle Regioni, bloccando il decreto sui tagli ai costi della politica, stanga la stampa che (tra i suoi vizi e meriti) tanto ha fatto in questi mesi per denunciare gli sprechi della casta. La legge cosiddetta "salva-Sallusti", dietro l'abolizione del carcere per il reato di diffamazione, assume sempre più gli aspetti di una "vendetta". I temi in discussione sono due: le pene pecuniarie e l'obbligo di rettifica. Sul primo punto, è slittata l'approvazione della riduzione (del 50%) del tetto massimo della pena pecuniaria, ora fissata a 100mila euro (con un minimo di 5mila). I relatori della legge hanno preferito non far mettere ai voti l'emendamento (la cosiddetta "modifica lenitiva") che, visto l'atteggiamento ostile e di "tutti contro tutti" dell'aula non sarebbe con ogni probabilità comunque passata. Sono però stati votati con alcuni emendamenti i primi commi della legge. Secondo quanto già approvato, quindi, i giornali hanno l'obbligo di pubblicare integralmente una rettifica del presunto diffamato sempre in testa di pagina e comunque on le stesse caratteristiche tipografiche e negli stessi spazi della notizia che si vorrebbe rettificare. Per il giornalista, non c'è possibilità di verificare la fondatezza della rettifica: potrà anche essere falsa, ma andrà comunque pubblicata. In caso di mancata pubblicazione, la sanzione va da 15mila a 25mila euro, più una multa per ogni giorno di ritardo.  

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