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Udine, traffico di cuccioli

Trentotto animali sequestrati
di Albina Perri sabato 19 dicembre 2009

2' di lettura

Traffico clandestino di cuccioli a Tarvisio, in provincia di Udine. Nella notte tra il 13 e il 14 dicembre gli agenti del Corpo Forestale hanno sequestrato 38 cuccioli di cane trasportati in piena clandestinità, privi di microchip e documentazione sanitaria. Il sequestro è avvenuto nell’ambito di un’operazione condotta in collaborazione tra Corpo Forestale regionale del Friuli Venezia Giulia, Nirda del Corpo Forestale dello Stato e gli Uffici Territoriali per la Biodiversità del CF di Tarvisio, che ha portato al fermo di tre veicoli, tutti italiani, che trasportavano cuccioli di cani e gatti, per un totale di 115 animali. I reati contestati? Maltrattamento di animali, detenzione di animali in condizioni incompatibili e falso ideologico. I 38 animali sequestrati sono stati trovati all’interno di un’auto con quattro persone a bordo, diretta nel sud Italia. Pincher, Barboncini, Cavalier King, Cocker, Yorkshire, Shitzu, un San Bernardo, un Labrador e un Carlino, tutti in condizioni drammatiche: ammassati uno sull’altro nel bagagliaio, affamati, senza acqua e ricoperti dei propri escrementi. “L’operazione portata a termine nella notte – commenta Ilaria Innocenti del settore Cani e gatti della Lav -, dimostra quanto sia attivo il traffico di cuccioli dall’Est Europa, incrementato a causa delle imminenti feste natalizie durante le quali molti regalano animali ai familiari, spesso ignorandone la reale provenienza”. La tratta dei cuccioli coinvolge ogni anno migliaia di cani e gatti, provenienti dai Paesi dell’Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, importati in modo truffaldino falsificando i documenti, senza il regolare microchip, precocemente strappati alle cure delle loro madri costrette a continue gravidanze, sottoposti a infernali viaggi e imbottiti di farmaci per farli sembrare sani all’acquirente. La mortalità dei cuccioli nella fase che va dal trasporto ai primi mesi dopo l’arrivo in Italia raggiunge il 50%. Il valore di mercato di un cucciolo importato dall’Est e spacciato per italiano falsificando i documenti può aumentare fino a 20 volte, con un giro d’affari annuo stimato in 300 milioni di euro. 

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