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Sergio Mattarella, cartelli ingiuriosi dei Gilet arancioni: “Rischio reato di vilipendio” e toni forti anche contro il governo

martedì 2 giugno 2020

1' di lettura

Proprio nel giorno in cui Sergio Mattarella ha richiamato tutti gli italiani all’unità per ricostruire sulle macerie del coronavirus, da piazza del Popolo a Roma si leva il grido di protesta dei Gilet arancioni. Molti gli interventi spontanei contro il governo presieduto da Giuseppe Conte, invitato alle dimissioni con toni forti. Ma il peggio i manifestanti lo hanno espresso contro il presidente della Repubblica: ci sono stati alcuni cartelli decisamente ingiuriosi. “Ci è stato chiesto di non riprenderli - è la testimonianza di Luca Sappino, inviato di Tagadà - altrimenti poi si sarebbe andato incontro al reato di vilipendio”.

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Un episodio assolutamente da condannare, quello degli insulti nei confronti di Mattarella, tra l’altro verificatisi prima ancora che Antonio Pappalardo arrivasse in piazza per arringare la folla. “Chi hanno costretto a vivere nelle nostre abitazioni come reclusi - sbraita l’ex generale a capo dei Gilet arancioni - in 42 anni non ho mai visto tante forte dell’ordine in strada. A noi ci fermano i pullman per non farci manifestare, ma quando Mussolini ha fatto la marcia su Roma non lo ha mai fermato nessuno”. E sul coronavirus: “Ormai lo dicono anche i virologi che è una boiata”. Insomma, un intervento che a volte essere generosi si può definire strumentale o poco costruttivo, come lo è l’intero evento dei Gilet arancioni.

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