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Coronavirus, al gay pride di Padova tutto è concesso: anche non indossare le mascherine e abolire il distanziamento sociale

di Giuliano Zulin lunedì 7 settembre 2020
3' di lettura

C'è chi può e chi non può. Per esempio non è possibile passare una serata in discoteca, dato che in pista è difficile mantenere le distanze e il Covid potrebbe far festa. Nemmeno nelle balere o alle sagre paesane è lecito fare due passi di mazurka o di tango. Proprio ieri il premier Giuseppe Conte ha inoltre ribadito che fino al 30 settembre non saranno riaperti al pubblico gli stadi. In Francia da settimane si svolgono partite con qualche migliaio di spettatori sugli spalti, distanziati ovviamente: le tribune o le curve sono talmente grandi che non si vedono gli ultrà ammassati. Invece in Italia non si può, troppo pericoloso afferma il presidente del Consiglio. E il Pd, per bocca di Zingaretti, ormai è maniaco degli assembramenti. Passa le giornate a insultare i cosiddetti negazionisti. La sinistra poi ha messo nel mirino la Sardegna, dopo la Lombardia, colpevole di proporre relax ai turisti. Non parliamo di Briatore, indicato come infettatore seriale. Chissà cosa diranno allora i progressisti di fronte alle foto scattate tra venerdì e sabato sera al Pride Village di Padova: balli ravvicinati, mascherine in tasca, ciao distanziamento sociale. Il tutto in nome dei diritti che la comunità gay rivendica attraverso manifestazioni ormai diventate una tradizione, come le feste dell'Unità. Diritti, certo.

E i doveri? Il capo organizzatore dell'evento padovano - il più grande d'Europa - è Alessandro Zan, il primo relatore della legge contro l'omotransfobia che in teoria dovrebbe essere calendarizzata per metà ottobre in Parlamento. «Abbiamo assistito nei mesi scorsi a deputati e senatori che parlano delle nostre vite, di chi ci sta accanto, di chi siamo, delle nostre famiglie e dei nostri figli» - ha dichiarato al sito gay.it Mattia Galdiolo di Arcigay Tralaltro Padova - «pertanto abbiamo ritenuto indispensabile organizzare un'occasione per prendere parola, per dire noi a loro chi siamo, cosa sentiamo e cosa vogliamo da una legge che deve essere nostra, deve parlare di noi. C'è chi rivendica il diritto alla violenza e alla discriminazione, ma tutto ciò non è ammissibile in un Paese in cui libertà e uguaglianza sono garantite dalla Costituzione».

Non è ammissibile, in base ai provvedimenti varati da Conte, nemmeno accalcarsi e fregarsene dei divieti. Venerdì e sabato sera, al Pride Village alla fiera di Padova, non sono mancati performance, drag show e musica fino alle 3.30 con Effe Dj. Gli organizzatori si erano raccomandati: "A tutte le persone partecipanti ai vari eventi della giornata sarà richiesto di indossare le mascherine per tutta la permanenza e di mantenere le distanze di sicurezza di un metro evitando in questo modo situazioni di affollamento". A parte qualche ossequioso delle regole, la stragrande maggioranza delle persone ballava invece serenamente, sulla note di «Relax» di Frankie Goes to Hollywood, con un bicchiere in mano, appiccicati come in una classica discoteca. Che però attualmente è chiusa poiché potrebbe generare focolai. Il Gay Pride andrà avanti fino al 12, grazie anche all'aiuto dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova (giunta Pd). Previsti feste e balli per venerdì e sabato prossimi. Chissà se qualche autorità controllerà il rispetto del distanziamento e dell'uso della mascherina... 

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