Lockdown mirati nelle regioni più a rischio, Lombardia e Campania. Questa l'ipotesi allo studio del governo dopo il bollettino del 14 ottobre, che ha fatto registrare un'impennata di contagi (7.332), morti (43) e ricoveri (394) in tutta Italia. Ma i territori più colpiti sono quello lombardo, con 1.844 nuovi casi positivi al Covid, e quello campano, con 818. Secondo un retroscena di Repubblica, entro quattro giorni l'esecutivo prenderà una decisione, insieme alle Regioni, sulle chiusure di alcune aree. Questo tempo servirà a capire qual è il trend della pandemia e quali saranno i numeri che usciranno fuori dal nuovo incremento dei tamponi, balzati a oltre 150 mila.
Nulla è escluso, neanche il confinamento di un'intera regione. Ma l'ipotesi per ora è quella di intervenire solo su quartieri, città o anche intere province lombarde e campane in affanno con un lockdown generalizzato, ma comunque meno duro di quello di marzo. Stando a Repubblica, Palazzo Chigi starebbe pensando anche alla formula francese del coprifuoco serale, dalle 21 alle 6. L'esecutivo è - per ora - parzialmente tranquillo, perché gli ospedali stanno reggendo, ma basta poco per far entrare in crisi tutto il sistema sanitario. Infatti il premier Giuseppe Conte, per la prima volta dopo mesi, non ha escluso a priori un lockdown totale a livello nazionale. Terza regione a rischio, dopo Lombardia e Campania, è la Liguria, dove già sono in atto misure restrittive mirate in alcuni quartieri di Genova.
Gli aspetti più critici dove il governo deve intervenire sono i trasporti pubblici locali e la scuola. Nel primo caso, l'obiettivo è quello di allentare la pressione sui mezzi; nel secondo, invece, si sta pensando di scaglionare gli ingressi in classe dalle 8 alle 10, forse anche alle 11. In questo modo si darebbe più respiro anche ai trasporti, ma è contraria la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che vorrebbe limitare la fascia d’ingresso a tre soluzioni: 8, 8.30 e 9.