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Coronavirus, "tra 10 minuti muori". Orrore all'ospedale Moscati di Taranto: pazienti maltrattati prima del decesso

sabato 5 dicembre 2020

2' di lettura

Trattamento disumano e sparizione di oggetti personali: l'ospedale Moscati di Taranto travolto prima dalla seconda ondata di coronavirus e poi dalle polemiche per presunti maltrattamenti ai danni degli anziani pazienti malati di Covid. E ora, dopo le denunce dei parenti, nel mirino degli inquirenti ci sarebbero almeno 7 morti legate a condizioni di ricovero inadeguate. Secondo le accuse dei parenti, dall'ospedale sarebbero inoltre sparite fedi, collane e altri preziosi, e il personale sanitario si sarebbe adoperato anche per far sparire dai telefonini dei degenti immagini e video compromettenti. 
 

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Le testimonianze sono sconvolgenti. "Mia madre è stata ricoverata in quei giorni per una crisi respiratoria. È stata maltrattata da alcuni addetti che le rispondevano in malo modo. Non è stata cambiata per ore. È rimasta anche senza cibo e dopo due giorni dalla sua morte ci siamo accorti che nella borsa mancavano la fede e un altro anello, che indossava al momento dell’ingresso in ospedale", ha spiegato la signora Tina Abanese a Repubblica. Il padre di Donato Ricci invece prima di morire avrebbe gridato"chiamate la Polizia, portatemi via da qui". Sconvolgente il caso di Francesco Cortese, che avrebbe chiamato la figlia implorando: "Venitemi a prendere, qui muoio". Al telefono con un medico, la donna si sarebbe sentita rivolgere queste parole: "Suo padre non collabora, non vuole mettersi la maschera Cpap, fra dieci minuti morirà, preparatevi!". "Ci sentiamo piombare addosso d’improvviso queste parole terribili - spiega la figlia a Repubblica -. Quel medico sembrava una bestia inferocita, contro di noi e mio padre. Ho avuto solo la forza di chiedere della saturazione, e per tutta risposta ho ricevuto altre urla. 'Non c'è saturazione, vedrete che fra poco muore! È qui, mi sta ascoltando, fra poco morirà!’. Neanche i veterinari con i cani si comportano in questa maniera. Non gli è stata somministrata nessuna terapia, solo ossigeno, solo la Cpap". Il confine tra la malasanità e il mix di stress e impreparazione che sono costretti a fronteggiare i medici in un ospedale non adeguatamente attrezzato è labile.


Riguardo all'accusa di furto e sparizione di oggetti personali, l'Asl ha risposto parlando di "un evento spiacevole ma possibile, soprattutto durante le procedure di emergenza o di radiodiagnostica, in quanto è necessario rimuovere qualunque oggetto metallico indossato dai pazienti", ma che ingenerale tutti i presidi sono dotati "di casseforti e aree dedicate in cui vengono repertoriati e custoditi piccoli oggetti di valore e altri effetti personali dei pazienti presi in carico nei percorsi assistenziali".

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