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Funivia Stresa Mottarone, la gip Buonamici sulle scarcerazioni: "Dovreste essere contenti di vivere in uno stato democratico"

A Verbania, monta lo scontro in procura. Il caso è ovviamente quello della strage sulla funivia Stresa Mottarone. A parlare, ora, è la gip Donatella Buonamici, che torna sulla scelta di concedere i domiciliari a uno degli indagati e di lasciare a piede libero gli altri due. Una scelta con cui di fatto ha cancellato quanto fatto dalla pm, Olimpia Bossi, che solo tre giorni dopo i fatti aveva disposto il fermo dei tre soggetti.

 

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"Dovreste essere contenti di vivere in uno stato democratico. Secondo me non c'erano le esigenze cautelari e gravi indizi di colpevolezza per tenere in carcere gli indagati", ha picchiato duro la Buonamici rispondendo alle domande dei cronisti sull'ordinanza con cui ha smontato l'impostazione della Bossi. E ancora: "Io ho osservato che non sussisteva il pericolo di fuga, non esisteva - ha aggiunto -. Non ho ritenuto per due persone la sussistenza dei gravi indizi non perché non abbia creduto a uno" ma "perché ho ritenuto non riscontrata la chiamata in correità, che deve essere dettagliata: questa non lo era ed era smentita da altre risultanze".

 

E ancora, la Buonamici ha rimarcato: "Il pm fa il suo lavoro bene e io faccio il mio lavoro credo altrettanto onestamente, è il sistema, dovreste ringraziare che il sistema è così, dovete essere felici di vivere in uno Stato in cui il sistema fa giustizia o è una garanzia e invece sembra che non siate felici, l'Italia è un paese democratico". 

Nel frattempo oggi, martedì 1 giugno, in procura è la giornata del vertice tra il consulente Giorgio Chiandussi, professore del Politecnico di Torino, nominato per accertare le cause dell'incidente della funivia del Mottarone, che ha causato 14 morti, e investigatori e inquirenti, coordinati proprio dalla pm Bossi. L'incontro servirà a iniziare a mettere nero su bianco gli elementi tecnici su cui verterà il quesito della consulenza nella forma di accertamento irreperibile.

 

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