Terrore degli automobilisti

Bologna, il "giustiziere" 72enne rigava le auto nei parcheggi: motivo sconcertante

L'hanno beccato, il giustiziere che con un punteruolo, nel parcheggio del supermercato, rigava le fiancate delle automobili parcheggiate fuori dalle strisce oppure occupando più posti. I carabinieri hanno indagato e l'hanno individuato grazie alle videocamere di sorveglianza del parcheggio, dopo la denuncia di tre automobilisti, tutti dalle vetture sfregiate, ai carabinieri di Alto Reno Terme, competenti per il territorio dove si sono consumati i fatti, Porretta Terme, popolosa frazione a sudovest di Bologna. Così si è scoperto che l'implacabile "Zorro" è un pensionato di 72 anni che, con la sua arma bianca, ha voluto vendicarsi di tutto il tempo sprecato vagando per il parcheggio alla caccia di un posto libero, introvabile a causa della negligenza e dell'inciviltà degli altri clienti.

Denunciato dalle suddette vittime, il pensionato ha subito ammesso le sue responsabilità e si è pure detto pentito, motivando il suo gesto con una sola parola: «Esasperato». In paese, l'uomo era diventato «un incubo», riportano le cronache locali. Sempre nuovi automobilisti scoprivano, tornando alla propria vetture con le buste della spesa, la propria adorata macchina «profondamente rigata» da segni lasciati «evidentemente da mano umana».

 

 

 

Il terrore cominciava dunque a serpeggiare nel parcheggio di Porretta, diventato un luogo maledetto come quelli dei romanzi di Stephen King, in cui si concentra un pugno di uomini alle prese con potenti entità soprannaturali. Ma a differenza di quelle storie, dove quasi tutti soccombono al male, che alla fine spesso trionfa, qui il flagello è stato fermato. Ovviamente il pensionato non può essere minimamente giustificato per quel che ha fatto, e noi certo non lo faremo. Ma bisogna riconoscere che ci sono cose che nella nostra fantasia immaginiamo, e che talvolta nella splendida anarchia del sogno anche realizziamo; e che rigare la macchina (preferibilmente un Suv, ma senza disdegnare anche le vetturette biposto che, con la scusa delle piccole dimensioni, credono che tutto sia loro permesso) a qualche arrogante automobilista che se ne frega delle esigenze altrui, può ripetiamo, solo nell'ambito delle fantasie-, dare un certo gusto. Il giustiziere col punteruolo ha sbagliato e pagherà, ma non crediamo che verrà guardato con così profonda avversione dagli altri clienti del supermercato, e neanche dai suoi concittadini.

Perché, appunto, si è assunto l'ingrato compito, pagando di persona, di vendicare, oltre a se stesso, tutti quelli che, più tranquilli e meno «esasperati» di lui, continuavano a girovagare nel parcheggio del supermercato col miraggio di un posto finalmente libero. Una frustrazione condivisa da molti, e che spesso si esaurisce in una serie di improperi e di evocazioni dei morti e delle madri dei proprietari delle automobilli maldestramente parcheggiate.

 

 

 

Ma ecco, immaginiamo allora di essere noi, lì, nel parcheggio, e di cercare posto da, mettiamo, mezz' ora; quando vediamo un vecchio di 72 anni che, ignaro, anche in considerazione della sua età, di essere visto dalle telecamere, estrae dalla tasca della giacca un punteruolo, poi si avvicina alla fiancata di un'auto posizionata a metà tra due posti che in questo modo rende uno indisponibile per gli altri, e la sgarra con caparbia determinazione. Scenderemmo dalla macchina e gli chiederemmo che cosa diavolo sta facendo, oppure gli indicheremmo un altro obiettivo, ancora più oscenamente parcheggiato? Forse né l'una né l'altra cosa, forse assisteremmo allo sfregio così, perplessi, indecisi, testimoni sì di un illecito però, al tempo stesso, compassionevoli verso un vecchietto che, va bene, avrà avuto un'intemperanza senile, ma conseguente comunque a comportamenti incivili e mai sanzionati di perfetti maleducati. Siano clementi, dunque, coloro che devono giudicare il giustiziere del punteruolo.

Perché l'arroganza del parcheggiatore selvaggio - anche quando siamo noi a diventarlo - è potenzialmente illimitata. Egli, se rimproverato, si difende sempre con questo argomento: «Ma perché tu non l'hai fatto mai?», chiamando tutti in correità. E se ne va tutto soddisfatto. Ma se, dopo, si accorge di avere la fiancata profondamente rigata, magari abbassa la cresta. Lo diciamo così, solo per un gioco della fantasia.