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Cannabis legale? Giovanardi: "Perché la proposta di Crisanti è un disastro"

di Carlo Giovanardi sabato 3 settembre 2022

 Andrea Crisanti

2' di lettura

Il noto microbiologo Andrea Crisanti, componente della gloriosa Brigata di virologi decorati con medaglie da apparizioni televisive e paracadutato in politica come candidato capolista PD, ha auspicato la legalizzazione della cannabis in funzione ricreativa. Non ho la competenza per giudicare se Crisanti, zanzarologo per i nemici, scienziato per gli amici, sulla lotta al Covid abbia sostenuto posizioni giuste, ma per quanto riguarda la droga è difficile riassumere in poche righe, come ha fatto il nostro, tante patacche destituite da ogni fondamento.

Patacche che purtroppo, anche se finalizzate alla ricreazione, non fanno affatto ridere. Crisanti scrive infatti che la legalizzazione in California e in altri Stati americani «non ha avuto un impatto negativo». Esattamente il rovescio di quanto purtroppo sta accadendo, certificato da documentazione ufficiale degli Stati interessati, in termini di aumento del consumo, morti per overdose, ospedalizzazioni di minorenni, diffusione di droghe anche sintetiche. Basta dire che mentre in Italia purtroppo abbiamo qualche centinaio di morti ogni anno per overdose, negli Stati Uniti si è superata la cifra di 100mila deceduti all’anno per abuso di sostanze di vario tipo. Ma la legalizzazione, sostiene Crisanti, bloccherebbe il commercio illegale: è evidente che non ha mai visto i video nei quali il grande Paolo Borsellino, martire della guerra contro la mafia, spiegava nelle scuole i motivi peri quali la legalizzazione sarebbe il più grande regalo fatto alla criminalità organizzata per alimentare i suoi immondi traffici.

Crisanti afferma poi che il fumo fa più male di una canna occasionale: giusto, e infatti con il collega Ministro Sirchia abbiamo introdotto a suo tempo il divieto di fumo in bar, ristoranti, cinema, aeroporti, ecc. proprio per evitare i danni derivanti dal fumo passivo. Qualcuno avvisi Crisanti che in Italia non è reato neppure farsi uno spinello, è reato lo spaccio delle sostanze stupefacenti. Sono in vigore viceversa le sanzioni amministrative come il ritiro della patente ed è una scelta legislativa sacrosanta. Caro Crisanti, quello che davvero non si capisce è perché si dovrebbero favorire i guadagni di coloro che investono decine di milioni di euro per diffondere l’uso della cannabis, porta di entrata ad ogni altro tipo di droga. Una realtà questa ben conosciuta dagli eroici operatori in prima linea nei Servizi Pubblici e nelle Comunità che si occupano del recupero di tossicodipendenti che si sono rovinati la vita: la loro e quella delle loro famiglie.

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